Calcio e politica, la “sfida” tra Serbia e Montenegro

Di Francesco Polizzotto – Quando si parla di calcio e dei Balcani, il collegamento a fatti che travalicano il rettangolo di gioco appare ovvio. La mente vola indietro alla notte del 13 maggio 1990, a quanto successo allo stadio Maksimir di Belgrado, nella partita tra Dinamo Zagabria e Stella Rossa, vero e proprio antefatto del collasso dell’ex Jugoslavia.

image-763969-860_poster_16x9-zfhp-763969In tempi a noi più vicini è giusto menzionare Serbia-Albania del 14 ottobre 2014, allo Stadion Partizana di Belgrado, match valido per le qualificazioni a Euro 2016. Sul finire del primo tempo fa il suo ingresso in campo un drone con una bandiera nazionalista albanese, provocando l’ira della tifoseria serba, il lancio di petardi e di fumogeni, la rissa tra le due squadre e l’inevitabile rinvio della partita.

All’interno del ginepraio balcanico, caratterizzato da svariati conflitti etnici e animato da tensioni di vario genere tra serbi, croati, bosniaci e albanesi, si inserisce il legame che contraddistingue Serbia e Montenegro. Tra le diverse nazioni sorte dalle ceneri dell’ex Jugoslavia, quelle della Serbia prima e del Montenegro poi, si caratterizzano per una loro particolare storia, scandita da unioni e separazioni, sia a livello politico che calcistico.

Nel 2002 il Parlamento federale di Belgrado raggiunge un accordo per una ristrutturazione della Federazione, volta ad attenuare i legami tra Serbia e Montenegro: lo Stato si trasforma da federazione a confederazione. Il Parlamento decide di cambiare anche il nome dello Stato, scegliendo Unione Statale di Serbia e Montenegro. Nel gennaio 2003 la Nazionale calcistica diventa Nazionale di calcio di Serbia e Montenegro e con tale denominazione partecipa ai Giochi Olimpici di Atene nel 2004 e al Campionato Mondiale di Germania nel 2006.

montenegroIl 21 maggio 2006 il Montenegro approva tramite referendum l’indipendenza dalla Serbia: «Volete che la Repubblica del Montenegro sia uno Stato indipendente con una piena soggettività internazionale e legale?». Il risultato (55,49% di favorevoli  e 44,51% di contrari)  decreta la fine dell’Unione Statale di Serbia e Montenegro e la nascita di Serbia e Montenegro come due unità statali distinte. La Commissione per il Referendum ufficializza i risultati il 31 maggio e la formale dichiarazione di indipendenza viene approvata dal Parlamento montenegrino sabato 3 giugno.

L’indipendenza viene raggiunta per motivazioni essenzialmente di natura politica, dato che i due Paesi hanno visioni differenti soprattutto per quel che concerne la questione del Kosovo. Nonostante tale divisione politica, a livello calcistico Serbia e Montenegro mantengono un’unica squadra, con la quale partecipano ai mondiali tedeschi. La sfortunata spedizione in Germania rappresenta, però, l’ultima esperienza unitaria, dato che il 28 giugno 2006 la Nazionale di calcio del Montenegro diventa una selezione autonoma. Vengono subito inoltrate le richieste per diventare membro dei maggiori organismi calcistici internazionali (UEFA e FIFA), che però saranno accettate solamente l’anno seguente; rispettivamente il 26 gennaio e il 31 maggio 2007. L’esordio ufficiale della nazionale montenegrina avviene quindi il 24 marzo 2007, nello Stadion Pod Goricom di Podgorica: amichevole vinta sull’Ungheria per 2 a 1.

Autonome dal 2007, le due Nazionali hanno avuto percorsi molto diversi. La Serbia è riuscita infatti a qualificarsi sia per i Mondiali in Sudafrica nel 2010 che per quelli in Russia nel 2018. Montenegro invece non ha ancora raggiunto il pass utile per un torneo importante. Sorteggiate nello stesso girone della Nations League, Serbia e Montenegro si trovano quindi a fronteggiarsi per la prima volta nella storia. Giovedì scorso le due nazionali hanno giocato la prima sfida da quando la Confederazione dei due Stati ha cessato di esistere nel 2006.

Allo Stadion Pod Goricom di Podgorica, il match valido per il gruppo 4 della Lega C della Nations League, è carico di significati. Soprattutto per la piccola nazionale montenegrina, allenata da Ljubisa Tumbakovic, alla ricerca di una vittoria prestigiosa, l’evento assume portata storica. Per la cronaca, l’incontro ha visto la vittoria della Serbia per 2 a 0, grazie alla doppietta del centravanti Aleksandar Mitrovic. Con questo successo i serbi si confermano in testa alla classifica del girone, ipotecando il passaggio nella Lega B della competizione. Il prossimo 17 novembre è prevista la gara di ritorno, stavolta in casa della Serbia: sarà rivincita montenegrina o ulteriore dimostrazione di forza serba?