Storie di speranza in Pakistan: Zarish e i suoi bambini del Jeremiah Education Centre

Di Simonetta Viola – I can change the future: questo il messaggio che troveremo sul muro del Jeremiah Education Centre in Pakistan. Se proviamo ad entrare, poi, ci troveremo davanti una ragazza di origini pakistane di 30 anni, Zarish Neno.

Cattolica pakistana, abita a Lahore, ha studiato economia a Londra e Scienze religiose in Italia. Parla molto bene l’italiano e – come si vede facilmente dai profili Facebook, Instagram, Twitter e dal blog che ha recentemente aperto – è parecchio avvezza ai social dove ha peraltro portato avanti battaglie molto importanti.

Grafica freelance per lavoro, ha fondato il Jeremiah Education Centre, il cui nome prende spunto da un bambino di nome Jeremiah, definito dalla stessa Zarish un sopravvissuto: è riuscito a nascere nonostante otto rischi di aborto. La madre ha cercato di portare avanti la gravidanza, nonostante l’uomo che aveva abusato di lei abbia fatto di tutto per farla abortire.

In questo centro Zarish porta avanti la sua personalissima battaglia: dare un futuro, ma soprattutto una speranza a tanti piccoli uomini e donne che, altrimenti, non l’avrebbero. Attualmente conta 50 bambini, di cui 40 bambine, che al centro non solo hanno la possibilità di studiare, ma di crescere in un ambiente sano e stimolante. I bambini che entrano a far parte del centro hanno una situazione familiare molto critica: estrema povertà, casi di tossicodipendenza e degrado in famiglia, e molte volte sono costretti ad andar a lavorare fin da piccoli per mantenere i fratelli e le sorelle.

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La struttura si trova a Daud Nagar, in Pakistan e si occupa a 360 gradi dell’istruzione di bambini dai 3 ai 14 anni, dando loro non solo una struttura, ma pagando le tasse, i libri e tutto il materiale scolastico. Zarish ha dato vita a questo centro nel 2016 con il chiaro intento di aiutare quanti più bambini (e di conseguenza famiglie) possibili. Ma Zarish è in primis una donna coraggiosa, che scrive su numerosi blog per far conoscere la situazione che vive in Pakistan da cristiana.

Il Pakistan è uno stato islamico, in cui i cristiani costituiscono l’1% della popolazione e vengono discriminati giornalmente. La maggioranza dei cristiani è costituita da persone povere che subiscono persecuzioni sia fisiche che mentali nella società, nei luoghi di lavoro o all’università: un esempio che riporta in un’intervista la stessa Zarish parla di episodi incresciosi durante il periodo di Ramadan. I cristiani sono costretti a rispettare il digiuno, quindi non è permesso loro di mangiare, bere, fumare in pubblico durante questo periodo, neanche ad una studentessa cristiana in mensa all’università.

Zarish stessa, nonostante le sue attuali denunce sulla condizione dei cristiani in Pakistan, e nonostante il suo attivismo per i diritti umani, ha subito episodi di discriminazione. Uno per tutti, che l’ha vista protagonista all’età di 24 anni, quando seguiva un corso di moda e design e si è vista estromettere dal corso in seguito al suo rifiuto di partecipare ad un evento religioso islamico.

Lahore, città in cui risiede Zarish, è vittima di frequenti attacchi jihadisti che mettono a repentaglio la vita di numerosi cristiani e che creano un clima di terrore insostenibile. Gli attacchi sono frequenti durante le messe o nei momenti di ritrovo cristiani e questo porta numerosi fedeli a limitare la propria libertà religiosa per evitare di rischiare la vita.

Nonostante tutto ciò, quando le viene chiesto se ha intenzione di scappare e rifugiarsi in paesi occidentali o cristiani come l’Italia dove ha anche un background accademico, Zarish risponde che non abbandonerà il Pakistan e continuerà a lottare per lei e la minoranza cristiana che risiede nella regione.