È ora di cambiare? L’Ue potrebbe dire addio all’ora legale

Di Daniele Monteleone – Potrebbe arrivare la rivoluzione, a oltre un secolo di distanza dalla sua introduzione: l’ora legale potrebbe essere abolita mantenendo la stabilità dell’ora solare per tutto l’anno. Dopo che la scorsa settimana la Commissione Europea ha diffuso i risultati di una consultazione ufficiale sull’efficacia dell’ora legale – un sondaggio che ha raccolto oltre 4 milioni di voti di cittadini europei – non c’erano dubbi sulla preferenza tra sistema attuale e quello ipotizzato: l’84 per cento degli intervistati è a favore dell’abolizione dell’ora legale. Che poi, a chi conviene?

BELGIUM-EU-COMMISSION

Jean-Claude Juncker

Era stato subito il caos. Non era cominciata bene la diffusione della notizia, dato che la mattina di venerdì la confusione sulla questione era tangibile tra i giornali nazionali e internazionali, oltre che – come sempre – sui social dove si urlava allo scandalo. L’equivoco però, stavolta, non è nato da una fake news creata ad arte per raccogliere click, bensì da un errore commesso proprio dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker in un’intervista a una tv tedesca; è stato necessario l’intervento di un suo portavoce che ha poi precisato che si chiede l’abolizione dell’ora legale, la convenzione secondo la quale ogni anno l’orario di tutta l’Europa viene spostato un’ora avanti per un migliore sfruttamento delle ore di luce estive.

Prossimamente, al Parlamento e al Consiglio europei, arriverà la proposta formale per abolire la risoluzione che obbliga gli stati a cambiare l’ora due volte all’anno (per quella legale e per tornare alla solare).

Quali sono i due binari su cui “viaggia” il nostro tempo? L’ora legale è in sintesi quella che abbiamo per l’estate, ovvero tra marzo e ottobre, quel periodo dell’anno in cui ci sono più ore di luce. In questo periodo dell’anno si sposterebbero le lancette un’ora avanti per far sì che l’alba arrivi a un orario più adeguato al suo sfruttamento pratico. Spieghiamoci meglio: attualmente, in un giorno estivo italiano, il sole sorge intorno alle 5.30 e tramonta entro le 21. Senza l’ora legale si sposterebbe tutto a un’ora prima (o meglio, non ci sarebbe “l’ora in più”, quella legale, decisa per convenzione!) e il sole sorgerebbe intorno alle 4.30, e tramonterebbe di conseguenza alle 20 circa.

Quello spostamento delle lancette provoca quindi un “allungamento” delle giornate poiché si riesce a godere di un’ora di luce in più, quella dalle 20 alle 21. Avere più luce nella fascia serale fa anche risparmiare sui consumi di energia, secondo stime ufficiali. Un dato non completamente trascurabile, con il risparmio di energia elettrica per la luce che è in calo di anno in anno.

L’ora solare è quella naturale, quella che in sostanza viene poi aggiustata da quella legale per acchiappare l’ora di luce in più. Con la sola ora legale tutto l’anno, in un paese come l’Italia, ci ritroveremmo con le ore di buio fino a circa le 9 del mattino: tardino! Si tratta d’altronde di un orario in cui sono già iniziate le maggior parte delle nostre attività.

L’ora legale che, secondo quanto detto, potrebbe lasciarci a breve dopo 102 anni di onorato servizio, torna utile soprattutto ai paesi dell’Europa meridionale. È la ragione geografica, in questo caso, l’origine dei benefici dell’ora di luce in più. Qui infatti la durata delle giornate non varia moltissimo fra estate e inverno, o almeno non varia come nel Nord Europa dove le giornate lunghe estive vedono il sole sorgere prima delle 4, per tramontare quasi alle 23. Nei paesi settentrionali infatti, da diversi anni, non è giunta come una sorpresa la questione dell’abolizione dell’ora legale: dalla Francia, alla Finlandia vanno avanti campagne per mantenere la sola e unica ora solare tutto l’anno.

Altra questione da considerare per le future decisioni in merito alle convenzioni orarie è la salute pubblica: diversi studi hanno dimostrato un maggiore stress causato dal cambiamento del ritmo biologico, dell’adattamento in qualche modo forzato in un dato periodo. Altri studi hanno affermato invece che non cambierebbe assolutamente nulla. L’ora di luce in più aumenterebbe persino la propensione alle attività all’aperto e allo sport. Serve comunque un’approvazione del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Ue per portare all’eliminazione dell’obbligatorietà del cambio orario, con un possibile ritorno in massa all’ora solare unica (e naturale). Non resta che stare a vedere. Ma, sia chiaro, nessuno vuole togliere ore di vita a nessuno: la giornata resta sempre di 24 ore!