Rita Borsellino: una vita per la legalità

Di Sabrina Landolina Rita Borsellino scomparsa il 15 agosto 2018, dopo una lunga malattia all’età di 73 anni, farmacista e attivista per la legalità e per i diritti civili dagli anni novanta. Dal 2009 al 2014 fu europarlamentare con il partito democratico. Nel 2005 si candidò alla presidenza della Regione Sicilia. Da questa esperienza fu tratto anche il docufilm Un’altra storia. Nel 2012 perse per pochi voti le elezioni primarie per scegliere il candidato del centrosinistra a sindaco di Palermo.

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Dopo l’uccisione del fratello Paolo Borsellino nel ’92 divenne testimone della lotta contro la mafia. Dal 1995 ricoprì la carica di vicepresidente dell’associazione anti-mafia Libera, fondata da don Luigi Ciotti. Questa collaborazione ha contribuito in maniera determinante all’approvazione della legge 109/96 relativa all’uso sociale dei beni immobili confiscati alle mafie. Inoltre, insieme a ARCI Sicilia e Libera ha sostenuto l’iniziativa La Carovana Anti-mafie, dedita alla divulgazione di un’esperienza antimafia positiva, che possa incidere sulla realtà economica e sociale nei vari territori.

Dal 1998 fu presidentessa dell’Associazione Piera Cutino – guarire dalla talassemia, associazione dedita alla promozione della ricerca contro la talassemia.

Rita Borsellino fu anche scrittrice, le sue opere furono dedicate sia ai martiri della mafia, sia all’emancipazione femminile: Nonostante Donna. Storie civili al femminile del 1996; La fatica della legalità del 1999; I ragazzi di Paolo. Parole di resistenza civile del 2002; Fare memoria. Per non dimenticare e per capire del 2003; e Il sorriso di Paolo del 2005.

Rita Borsellino, attraverso il suo attivo contributo per una società civile, non si limitò alla commemorazione del fratello e delle altre vittime della criminalità organizzata, divulgò una educazione per la legalità. Il suo obiettivo fu quello di diffondere una cultura critica e dedita alla giustizia e solidarietà, attraverso la conoscenza della verità.

Ai funerali tenutesi presso la chiesa di Don Orione a Palermo centinaia di persone hanno partecipato. L’arcivescovo Corrado Lorefice, durante la funzione religiosa ha ribadito l’essere imparziale e la sua estenuante ricerca della verità del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta, ma ancora molti misteri ricoprono l’intera vicenda.

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