Nigeria, un inferno sulla Terra da cui silenziosamente si cerca di scappare

Di Saida Massoussi – La Nigeria è il Paese più popoloso del continente africano con circa 250 gruppi etnici che rappresentano una grande varietà di lingue, costumi e tradizioni.

Il Paese, una repubblica federale comprendente 36 stati, vede la presenza di 3 principali etnie Yoruba, Hausa-Fulani e Igbo (che formano i cosiddetti Big Three), che sono state protagoniste della storia indipendente del Paese dal 1960 caratterizzandola  per la loro conflittualità politica e militare.

Ancora oggi la questione etnica è molto viva, soprattutto in riferimento alle rivendicazioni della minoranza del Delta del Niger che hanno portato a conflitti col governo federale da un lato, e con le compagnie petrolifere ivi installatesi, dall’altro. Il Delta del Niger versa, infatti, in condizioni disastrose a causa della fuoriuscita  di petrolio dagli oleodotti e della pratica del gas flaring (il gas associato alla produzione di petrolio viene bruciato sprigionando nell’aria grosse quantità di anidride carbonica).

Nigeria Boko Haram abduction in Chibok

La Nigeria è anche, e soprattutto, un covo di diritti violati. Molto conosciuti  gli attentati di Boko Haram (l’organizzazione terrorista jihadista sunnita) per la loro efferatezza ed estrema crudeltà che hanno causato negli anni migliaia di vittime. Attentati a cui sono seguiti migliaia di rapimenti di donne e ragazze; tutti ricordano, ad esempio, la vicenda delle 276 studentesse della scuola di Chibok rapite nel 2014. Solo alcune di esse riuscirono  a sfuggire, le altre sono state obbligate a sposare i combattenti, maltrattate e stuprate. Ed anche una volta liberate, il loro futuro è rimasto incerto; costrette a ritornare nei loro villaggi senza alcun aiuto e spesso a vedere uccisi i figli maschi nati dalle violenze per paura che ereditassero il sangue dei padri.

Amnesty-International-attacking-Nigeria-military-for-not-supporting-gay-and-lesbian-rights-says-DHQMa le vicende dei rapimenti in Nigeria sono molto più brutali di così; secondo i rapporti di Amnesty International, in tutti questi anni, migliaia di donne e ragazze sopravvissute al gruppo di Boko Haram sono state successivamente stuprate dai soldati che dovevano liberarle. Il rapporto deriva dai cosiddetti “campi satellite”  in cui sono state intervistate centinaia di donne, confessando le violenze subite ad opera della Task Force civile in cambio di cibo.

La conta dei diritti violati in Nigeria non si ferma certamente alle violenze perpetrate da Boko Haram, presentando un quadro piuttosto articolato e disperato.

I dati provengono ancora una volta da un report di Amnesty International:

  • le persone sfollate ammontano a circa 1,7 milioni; gran parte hanno trovato riparo all’interno dei campi o in siti analoghi, molti  vivono presso comunità ospitanti. Secondo le Nazioni Unite, 5,2 milioni di persone nel nord-est del Paese continuano a necessitare urgentemente di aiuti alimentari; 450.000 bambini al di sotto dei cinque anni versano in condizioni di grave malnutrizione;
  • l’esercito ha arbitrariamente arrestato migliaia di giovani uomini, donne e bambini, trattenendoli in strutture di detenzione dislocate in varie parti del Paese e negando loro l’accesso a un legale o ai familiari. Nella caserma militare di Giwa erano detenute lo scorso aprile circa 4900 persone in condizioni di  sovraffollamento e carenze igienico-sanitarie;
  • all’ordine del giorno episodi di tortura e altri maltrat­tamenti e di detenzione illegale da parte della polizia, senza calcolare le uccisioni illegali;
  • ad essere negata è anche la libertà di espressione: negli ultimi anni, diversi i casi di giornalisti vittime di intimidazioni o arresti; vietate, inoltre, proteste e raduni pacifici interrotti in modo violento dalle forze di sicurezza. I difensori dei diritti umani hanno continuato a subire minacce e il Parlamento ha discusso una proposta di legge per regolamentare e limitare le attività delle ONG;
  • discriminazioni, ripercussioni e arresti anche per orientamento sessuale;
  • infine, è presente ancora la pena di morte, e nonostante non si siano registrate esecuzioni, sono state emesse diverse condanne a morte, anche come parziale soluzione al sovraffollamento delle carceri.

Se vista da fuori la Nigeria sembra un Paese che avanza, almeno così secondo i  dati della Banca Mondiale  e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, all’interno troviamo un Paese essenzialmente in guerra: secondo l’Armed Conflict Location and Event Data Project tra il 1997 e la fine del 2015 in Nigeria ci sono state più  50.000 morti violente. Un Paese dilaniato da conflitti e soprusi da parte di forze armate e dello stesso governo; un Paese dove i più elementari diritti sono violati e negati, e  solo guardando dall’ interno e fino in fondo la situazione si può comprendere il perché dei grandi numeri di migranti nigeriani nel nostro Paese e in Europa.