Lettura sotto l’ombrellone: “La ragazza delle arance” di Jostein Gaarder

Di Beatrice Raffagnino – Capita spesso, di fronte ad un determinato avvenimento, di chiedersi se si sia trattato di una banale coincidenza o di un fatto che, invece, obbedisce a precise regole. L’incontro con una persona mai vista prima e, tuttavia, inspiegabilmente familiare; il cominciare a vederla ovunque e a distanza di pochi giorni; il passaggio dal trovarla del tutto casualmente al cercarla con gli occhi; e poi naturalmente il cuore che batte più forte e la decisione di condividere ogni istante futuro crescendo insieme.

51XcmmLk8sLLa vita cos’è? E soprattutto il tempo… È qualcosa che in effetti possiamo controllare con le nostre azioni o invece è nient’altro che un fiume in piena che può far male e bene a dismisura senza che ci si possa mai davvero opporre?

La ragazza delle arance e la sua storia ci trasmettono un insegnamento importantissimo. Ci è stato assegnato, non un qualsiasi posto a sedere, ma uno spazio su misura nell’universo.

Non c’è un destino prescritto e immodificabile né, tantomeno, possiamo controllare il futuro. Abbiamo però il dominio sul nostro presente e la responsabilità di conquistarci l’esistenza divorandola a morsi come fosse l’arancia più succosa. Il tempo è limitato ma non limitante e a volte si può davvero arrivare a toccare l’infinito semplicemente osservando il cielo stellato o un calabrone in volo; ascoltando una risata contagiosa; imparando che al mondo non esistono due arance uguali ne due fili d’erba né tanto meno due persone. Un libro che è un gioioso invito al carpe diem e a riscoprire la bellezza di una fiaba meravigliosa: la nostra vita.