Attenti a quei due: Salvini e Orban i due leader che vogliono dare un nuovo volto all’Europa

Di Antinea Pasta – «Sarà un colloquio “solo” politico». Il Movimento 5 Stelle ci aveva provato a sminuire il fatidico incontro tra Matteo Salvini e il primo ministro ungherese Viktor Orban. E invece l’attenzione mediatica e delle opposizioni si è concentrata tutta su quell’ora in cui i due leader, che si sono incontrati in Prefettura a Milano, segnano l’inizio di un nuovo percorso politico di destra che ha come obiettivo la creazione di un’Europa Fortezza.

«Matteo è il mio eroe» ha detto il premier ungherese e ha aggiunto: «è stato il primo a dimostrare che l’immigrazione può essere fermata anche in mare. Dal suo successo dipende la sicurezza dell’Europa, e questo coraggio desta in noi rispetto. Gli auguriamo di non indietreggiare, di continuare a difenderci». E Salvini ha ricambiato i complimenti e ha dettato l’agenda, con buona pace del resto del governo, premier Conte in testa.

394401-thumbGià perché, mentre tutta l’attenzione era concentrata su Milano, anche il primo ministro italiano era impegnato in un incontro istituzionale con un altro dei paesi del gruppo di Visegrad: il premier ceco Andrej Babis. Ma se Conte vorrebbe ottenere da Babis una maggiore apertura riguardo al ricollocamento dei migranti – richiesta a cui il presidente ceco risponde picche – Salvini sposa a pieno la linea di totale chiusura delle frontiere di Orban minimizzando sulla riforma sul Trattato di Dublino la cui «revisione non è più la priorità». Il vicepremier ha parlato anche dei movimenti secondari e ha confermato di essere vicini ad un accordo con la Germania a patto che questo sia «a somma zero, ossia tanti ne rientrano e tanti devono essere mandati a casa loro».

Insomma, se da un lato Conte e il Movimento 5 stelle puntano ancora sui ricollocamenti e su una maggiore collaborazione da parte dell’Europa, sanzionando gli stati europei che non prendono in carico i migranti, dall’altro lato Salvini si impegna con gli altri paesi di Visegrad per la creazione di un fronte a trazione sovranista in vista delle prossime elezioni europee: «lavoriamo insieme per una futura alleanza che riporti al centro i valori che i nostri movimenti e i nostri governi rappresentano. Possiamo unire le energie diverse con un obiettivo comune, escludendo le sinistre». L’obiettivo è quello di spostare l’asse del Ppe di cui il Fidesz – il partito di Orban – fa ancora parte, sempre più a destra, mettendo all’angolo la Germania di Angela Merkel che rimane l’unico vero argine nel Partito Popolare alla deriva nazionalista, nonostante la contrapposizione interna del Csu di Seehofer.

e90a1bc8-ab92-11e8-90ef-a0ad808c445e_08MXHJRE-koP-U1120235759650qxE-1024x576@LaStampa.itMa il vero grande duello alle prossime europee sarà con Macron che si candida a essere il leader naturale del fronte europeista a cui Salvini non risparmia critiche: «se la Francia invece di dare lezioni agli altri governi dimostrasse per primo la solidarietà riaprendo il confine di Ventimiglia allora anche i paesi di Visegrad potrebbero avere un atteggiamento diverso». Macron potrebbe guidare un unico grande schieramento, che va dal centrodestra al centro sinistra e che comprende anche i Verdi e una parte dei liberali, in cui ancora ci si riconosce nei valori filo-europeisti. E il presidente francese, il giorno dopo l’incontro tra Salvini e Orban, commenta: «Se quei due pensano che io sia il loro oppositore, hanno ragione. Non cederò ai nazionalisti e a coloro che fanno discorsi carichi di odio».

Insomma sul fronte europeo la partita è tutta aperta, con i nazionalisti che giocano la partita per vincere e questa volta con buone probabilità di riuscirci; mentre guardando in casa nostra non c’è dubbio che Matteo Salvini faccia la parte del leone e, sia il partner di governo, il Movimento 5 Stelle capeggiato da Luigi di Maio, che il premier Giuseppe Conte, fatichino a rincorrerlo.


1 commento

I commenti sono chiusi