L’esodo verso l’Europa: perché i migranti non prendono l’aereo?

Si sta riaccendendo il dibattito intorno alle questioni che stanno alla base del fenomeno migratorio e sulle quali si interrogano tutti, dai bar ai social, per giungere nel modo più semplice alle più fantasiose soluzioni. Una domanda su tutte necessita una risposta certa e definitiva, che in molti sembrano non avere ancora: «perché i migranti non prendono un aereo, invece di spendere migliaia di euro per quei barconi che rischiano di affondare?»

Una buona parte di queste persone – talvolta con la possibilità di ottenere lo status di rifugiato – arriva da paesi in guerra o nei quali fanno parte di minoranze perseguitate, e scegliendo di rischiare la vita attraversando il Mediterraneo per la mancanza di un requisito fondamentale: il visto.

Esistono migliaia di voli giornalieri che collegano il Cairo, Istanbul, Beirut con l’Europa. È indubbio che questi voli siano più sicuri rispetto alla traversata del Mediterraneo e certamente anche più economici. Per fare un esempio, gran parte dei siriani che arriverebbero in Germania con l’aereo sarebbero in possesso dei giusti requisiti per lo status di rifugiato e otterrebbero la protezione internazionale. Ma i migranti in aereo, in generale, restano davvero pochissimi, se non praticamente scesi quasi a zero.

Le compagnie aeree non lasciano salire viaggiatori privi di visto, perché le normative dell’Unione Europea stabiliscono che eventuali spese di viaggio di gestione del migrante e del suo rimpatrio siano totalmente a carico della compagnia che ha “sbagliato valutazione”. Potrebbe succedere che un passeggero, con i requisiti del rifugiato, e senza visto, venga imbarcato per poi ottenere l’asilo nel territorio di arrivo. Dunque un passeggero senza visto, che si possa trattare di un possibile rifugiato o meno, resta – ancora prima di essere accolto – in mano alla discrezionalità della compagnia aerea che, per evitare ogni rischio di errore di giudizio sul migrante, non imbarcano nessuno che non abbia il visto.

La direttiva in merito infatti dice:

“Per lottare efficacemente contro l’immigrazione clandestina è fondamentale che tutti gli Stati membri adottino un dispositivo che fissi gli obblighi per i vettori che trasportano cittadini stranieri nel territorio degli Stati membri. Ai fini di una maggiore efficacia di tale obiettivo, occorrerebbe altresì armonizzare, per quanto possibile, le sanzioni pecuniarie attualmente previste dagli Stati membri in caso di violazione degli obblighi di controllo cui sono soggetti i vettori, tenendo conto delle differenze esistenti tra gli ordinamenti giuridici e le prassi degli Stati membri”.

E per concludere: L’applicazione della presente direttiva non pregiudica gli impegni derivanti dalla convenzione di Ginevra, del 28 luglio 1951, relativa allo status dei rifugiati, quale modificata dal protocollo di New York del 31 gennaio 1967.

La compagnia non rischia l’errore, il migrante rimane a terra. Resta la sola alternativa: lo spostamento per vie illegali e molto pericolose. Chiunque, da tutta l’Europa – e non solo – può prendere un aereo e arrivare in Tunisia in poche ore. Ma per coloro che stanno tentando di fuggire verso un paese più sicuro senza i necessari documenti, è impossibile.


Per maggiori informazioni: EUR-Lex

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