Les Krims, dissacrante “criminale” fotografico

Da Inchiostro Virtuale

Di Alessandro Pagni – Togliamo di mezzo ogni imbarazzo, fermiamoci un attimo a guardare questa fotografia senza pregiudizi.

FOTO 1 (infra)

©Les Krims, You Can Do It With a Lewyt (Industrial and Residential Models), 1971

Lo scatto porta la data del 1971. La stanza è luminosa, sembra vuota, fatta eccezione per il caminetto modestamente decorato. Le finestre alte si affacciano sulla strada, conferendo alla scena, relegata in un angolo dell’appartamento, maggior equilibrio e respiro. Due uomini siedono di fianco a modelli diversi di aspirapolvere: il primo si abbandona sulla sedia, in estasi, tenendo la proboscide dell’elettrodomestico, a contatto con il basso ventre, facendovi sparire il sesso dentro, completamente. L’altro, con grande concentrazione, sembra ancora studiare la posizione migliore per inserire il pene nel beccuccio fissato al tubo aspirante. Entrambi hanno appoggiata sugli occhi una pecetta nera, tridimensionale, che vorrebbe scimmiottare quelle che si usano per censurare qualcosa o per garantire a qualcuno l’anonimato. Il titolo, poi, non è altro che uno slogan pubblicitario, prelevato e ri-contestualizzato in modo da funzionare come una caustica provocazione.

Casca il mondo, casca la terra, si ribalta tutto, la società bene trema: si usano e si stravolgono, in modo squisitamente smaliziato, linguaggi apparentemente innocui, con cui si cerca quotidianamente di tenere l’attenzione pubblica al guinzaglio; si irrompe nella quiete di appartamenti borghesi, per destabilizzarne i principi, per infastidire palati fini e occhietti sensibili.

Sono gli anni ’70 e la fotografia è davanti a uno spartiacque: non è mai stata e non sarà mai più quello che è adesso.

Con buona pace di chi crede di avere, ancora, qualcosa di originale da dire, nel 2018.

Les Krims nasce a New York il 16 agosto 1942 e, terminati gli studi artistici, comincia la carriera di fotografo freelance nel 1967, portando avanti contemporaneamente il lavoro di docente, prima per la Rochester Institute of Technology e, in seguito, alla State University of New York di Buffalo. Un percorso come tanti. Una persona comune. Una brava persona, direbbero forse i vicini. Una di quelle che saluta sempre. Chi l’avrebbe detto che sarebbe diventato un efferato, dissacrante e spassoso criminale fotografico? Continua a leggere su Inchiostro Virtuale…


 

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