Scilla e Cariddi: due donne da cui stare lontani

Da Inchiostro Virtuale

Di Cristina Stecchini – Il tratto di mare con la fama peggiore e più antica è quello dello Stretto di Messina. Luogo ricco di fascino e suggestione, deve la sua nomea alla presenza di correnti rapide ed irregolari e ai venti che vi soffiano, talora in conflitto tra loro.

Quel che dice la scienza. Il problema sta tutto nella sua posizione e nella sua conformazione geografica. Lo Stretto di Messina, infatti, può essere paragonato ad un imbuto: la parte più stretta è a Nord tra Capo Peloro, Sicilia e Torre Cavallo (Calabria) mentre si allarga a Sud, avendo come fine la linea ideale che congiunge Capo Taormina con Capo d’Armi.

L’incontro-scontro dei due mari, il Tirreno e lo Ionio, aventi differenti caratteristiche chimico-fisiche quali salinità, temperatura e densità, nonché una profondità diversa, essendo il bacino ionico più profondo di quello tirrenico, comporta che le acque non siano immediatamente miscibili e generino particolari fenomeni caotici, che fin dai tempi antichi hanno terrorizzato i naviganti.

Le correnti dello Stretto di Messina si possono ritenere vere e proprie correnti di marea: quella principale (prodotta dal flusso) va verso il Nord, mentre quella generata dal riflusso scende al Sud.

Qualcosa in più…

Le onde si formano quando le acque più pesanti del Mar Ionio si precipitano contro le più leggere acque tirreniche in fase di recessione o quando, nel caso della scendente, le acque tirreniche scivolano rapidamente su quelle ioniche più pesanti, già presenti nel bacino.

Nello stretto s’incontrano:

  • gorghi, fenomeni a sviluppo verticale formati dall’incontro di correnti opposte e favoriti dall’irregolarità del fondo. I principali si formano comunque in punti determinati con corrente montante come il mitologico Cariddi, a Sud di Capo Peloro.
  • garofali:presentano una rotazione ciclonica in cui le acque più pesanti affondano sopra quelle più leggere, che emergono con moti turbolenti. Un grosso “garofalo” formato invece dalla corrente scendente si trova tra Punta S. Raineri e l’ingresso del porto di Messina. Le correnti di marea nell’interno del porto di Messina durano tre ore ciascuna con intervallo di calma di tre ore.
  • macchie d’olio:hanno un movimento anticiclonico e le acque affiorano al centro del vortice, mostrando una superficie calma d’aspetto oleoso.
  • bastardi:sono correnti che si sviluppano lungo le coste, con intensità proporzionale e contraria a quella del flusso principale, ma variabile da zona a zona.

La verità del mito. La suggestione ed il fascino della potenza delle manifestazioni hanno contribuito significativamente a rendere lo Stretto di Messina un luogo ricco di miti. I più noti sono Cariddi, davanti alla spiaggia del Faro, e Scilla, che si forma sulla costa calabrese da Alta Fiumara a Punto Pizzo. Continua a leggere su Inchiostro Virtuale…