Il caso Skripal, cosa è successo

Di Simonetta Viola – Chi è Sergej Skripal? Sergej Skripal è un ex colonnello dei servizi segreti russi di 66 anni che vive da alcuni anni vive a Salisbury. Nel 2006 è stato condannato in Russia a 13 anni con l’accusa di spionaggio internazionale: passava sotto compenso informazioni sull’identità degli agenti segreti all’MI6, il servizio di Intelligence inglese. Nel 2010 ottiene la grazia dall’allora presidente russo Dmitry Medvedev e la sua libertà viene barattata in cambio del ritorno a Mosca di 10 uomini accusati di essere spie negli Stati Uniti. Si stabilisce quindi nella cittadina inglese di Salisbury e lì, mantenendo un profilo basso, mantiene i contatti con uomini dei servizi segreti inglesi e conduce lavori nel campo della sicurezza informatica.

Il caso Skripal: i fatti

Yulia Skripal, 33 anni, figlia di Sergej arriva a Heathrow nel pomeriggio del 3 marzo con un volo da Mosca per far visita al padre. Il 4 marzo alle 13.40 si recano insieme al Mill Pub, all’interno di un centro commerciale, e alle 14.20, si spostano al ristorante dove verranno aiutati dai soccorsi inglesi. Alle 16.15 in seguito ad una chiamata d’emergenza i due vengono ritrovati in condizioni estremamente critiche per una probabile esposizione a sostanze chimiche nocive.

Insieme a loro finisce in ospedale anche il primo soccorritore accorso sul posto, Nick Bailey, che verrà poi dimesso il 22 marzo. Yulia verrà dimessa il 27 marzo, mentre il padre, in base a comunicati ufficiali, risulta ancora in condizioni non ottimali per essere dimesso.

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Le indagini

La questione ha fatto letteralmente scoppiare un caso diplomatico. Le forze di polizia inglesi si sono messe subito al lavoro per rinvenire prove che potessero portare alla soluzione del caso, che il 6 marzo passò all’antiterrorismo inglese. Vennero prelevati dei campioni dai corpi delle vittime dell’avvelenamento e vennero fatti analizzare dal Laboratorio di scienza e tecnologia della difesa di Porton Down.

I risultati hanno mostrato la presenza di un gas nervino altamente tossico per l’essere umano e potenzialmente letale. Una settimana dopo, la ministra inglese Theresa May dichiarò la responsabilità della Russia nel caso Skripal e annunciò al mondo intero di sospettare la responsabilità della Russia non solo nei confronti delle due vittime.

Mosca rispose chiedendo un campione del gas nervino ritrovato nei corpi delle due vittime e di condurre un’indagine congiunta per far luce sull’accaduto. La prima ministra inglese rispose negativamente, con l’espulsione di 23 diplomatici russi dall’Inghilterra a cui Mosca rispose a sua volta con l’espulsione di altrettanti diplomatici inglese dalla capitale russa.

Il 12 aprile gli esperti per Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) pubblicarono i risultati di un’indagine indipendente sulla sostanza ritrovata e confermarono i risultati inglesi: si tratta di Novichok. La Russia ed il suo presidente Vladimir Putin rigettarono anche i risultati dell’indagine portata a termine dall’Opac e chiesero di avere la possibilità di poter condurre delle proprie indagini: possibilità attualmente esclusa ma che lascia un campo aperto estremamente delicato che vedrà sicuramente tanti altri sviluppi a livello della diplomazia internazionale.


 

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