Rosatellum bis: tra approvazioni e critiche, ecco cosa prevede la nuova legge elettorale

Di Alessandra Fazio – Il 4 marzo 2018 gli italiani saranno chiamati alle urne per decidere in merito al rinnovo dei due rami del Parlamento. Le elezioni della XVIII legislatura saranno regolate dalla nuova legge elettorale  n. 165/2017, soprannominata “Rosatellum bis”, legge che ha sostituito il Consultellum per quanto riguarda il Senato e l’Italicum, riguardo, invece, alla Camera dei Deputati, entrambe emendate dalla Corte Costituzionale in seguito ad una pronuncia di parziale incostituzionalità.

La nuova legge, che è stata votata da Pd, Forza Italia, Lega e Alternativa Popolare e che ha visto l’opposizione del M5S, presenta caratteristiche peculiari quali: coalizioni tra i partiti, che si realizzano attraverso quella che viene definita “dichiarazione di apparentamento”; divieto di voto disgiunto, in virtù del quale i cittadini non potranno esprimere una preferenza “disgiunta” per il partito e per il candidato; sostituzione del vecchio sistema proporzionale con un sistema misto.

Le due formule elettorali riconosciute dal nostro ordinamento sono quella proporzionale e quella maggioritaria.

Il sistema proporzionale prevede che i seggi vengano distribuiti a seconda dei voti ottenuti da ogni singola lista in competizione. Quindi si tiene conto di tutte quelle liste che abbiano ottenuto un totale di voti pari ad una minima percentuale, ovvero al cosiddetto quoziente elettorale. Un sistema proporzionale, quindi, garantisce l’ingresso al Parlamento, anche, alle minoranze, in quanto l’obiettivo è quello di mostrare l’effettiva realtà politica del Paese.

Il sistema maggioritario, invece, prevede che il seggio venga attribuito a chi ottenga la maggioranza dei voti.  Quindi per poter attribuire un seggio saranno tenuti in considerazione solamente i voti  che il candidato ottiene a maggioranza, non il resto. Questo sistema è selettivo in quanto consente l’accesso al Parlamento solamente a chi ottiene più voti nei collegi, ovvero soltanto alle forze politiche maggiori. Tutte le altre, pur ottenendo un numero di voti piuttosto significativo, non raggiungendo la maggioranza vengono escluse.

Il Rosatellum, invece, prevede un sistema elettorale misto col quale i seggi verranno assegnati in base a delle quote già prestabilite, ovvero: il 37%  verrà assegnato con il sistema maggioritario, in base al quale in ciascun collegio uninominale verrà eletto il candidato più votato; il 61% con quello proporzionale, ovvero “proporzionalmente” tra le coalizioni e le liste che abbiano superato la c.d. “soglia di sbarramento” nazionale; il 2%  sarà riservato alla cosiddetta sezione estera, ovvero la circoscrizione nella quale possono votare  per corrispondenza tutti coloro che trovandosi fuori dall’Italia, intendano esprimere la propria preferenza nelle elezioni.

Sono innumerevoli le critiche rivolte a questa nuova legge. Il M5S ha sostenuto che la legge in questione rappresenti un rischio notevole per la democrazia, che ne leda i fondamenti, per il semplice fatto che “imporrebbe” le coalizioni, o che consentendole, comporterebbe, comunque, l’estromissione di partiti che si trovano in minoranza evidente e che anche il divieto del voto disgiunto sia lesivo del principio di libertà di voto. C’è chi sostiene, poi, che tale legge sia stata emanata proprio al fine di estromettere i partiti che si trovano in stato di minoranza.

Ad ogni modo, aldilà delle critiche e degli apprezzamenti che la legge ha ricevuto, ciò che a noi italiani interessa è recarci alle urne, esprimere il nostro volere, attraverso l’unico strumento che ci è consentito utilizzare per manifestare le nostre scelte e per provare a rendere concreto ciò in cui crediamo. Votare perché prima di essere un nostro diritto, il voto, è un nostro dovere civico.


 

1 commento

I commenti sono chiusi