Art Ester Di Bona

Racconto di un rimpianto: quell’attesa senza fine

Di Ester Di Bona – Alla domanda “c’è qualcosa che non dimenticherai mai?” ci si sofferma spesso per ore, cercando magari quell’evento grande e imponente che ci ha segnato la vita. Durante l’intervista per Racconti itineranti M., 72 anni, ha deciso di regalarci un piccolo momento della sua vita che poteva passare inosservato come tanti, ma su cui ancora oggi, dopo 60 anni, continua a riflettere.

«Avevo una nonna, la madre di mio padre, a cui ero tanto affezionato. Una donna mingherlina, piccola, io la chiamavo “uccellino”. Ogni domenica andavamo a casa sua, ci preparava il pranzo, i dolci… Capitava, poi che venisse lei a trovare noi, restava una intera giornata e la sera andava a casa. Per muoversi usava sempre i mezzi pubblici».

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«Ricordo un giorno, andavo alle medie, in cui tornavo da scuola. Salgo sull’autobus e in lontananza vedo la nonna. La saluto, le faccio festa, le chiedo “dove stai andando?” e mi risponde “A casa” e le dico “Ah, bene, allora andiamo insieme!»

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«Non so cosa sia successo, ma siccome c’erano altri miei compagni, all’altezza del cavalca via, sono sceso senza dirle niente e sono andato dai miei compagni».

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«Andavo alle medie, avevo circa 12, 13 anni… sono passati 60 anni, e ancora me lo ricordo in modo nitido, come se fosse accaduto ieri. Questo gesto mi è rimasto impresso negli anni, così non affettuoso, disinteressato, mi sento ancora in colpa. Lei è morta, ovviamente, ma io non dimenticherò mai di averle fatto una cosa del genere».

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