Miss Sloane, l’offuscato retroscena delle lobby

Di Simona Di Gregorio – «Sul consiglio del mio avvocato mi rifiuto di rispondere appellandomi al V emendamento della costituzione»: così ha inizio la storia di Elizabeth Sloane. Tenace protagonista di Miss Sloane, incantatrice dagli occhi verdi e gelidi incastonati in un viso pallido privo di sentimenti, rinchiusa in una corazza di efficace pragmatismo.

Messa sotto torchio dalla Commissione degli Stati Uniti d’America con l’accusa di corruzione, l’inchiesta da’ inizio ad un lungo e accurato percorso a ritroso, alla ricerca di colpevoli. Miss Sloane è una lobbista senza scrupoli, legata all’area conservatrice, una donna forte che nel corso della sua carriera decide di lasciare la sua agenzia quando prova a farla aderire a una campagna di supporto alle aziende che producono armi. L’intento è quello di contrastare una proposta di legge che ne avvii la regolamentazione dell’uso, promuovendo una campagna che solleciti le donne ad armarsi per difendere i propri cari.

Sloane riesce a portare con sé quasi tutta la sua squadra con l’intento di agire sul fronte opposto, in una sfida che lei è consapevole di poter vincere. Una trama avvincente ma che racchiude solo nei sottotitoli il motivo per cui il film è oggetto di interesse e di critiche.

Il film, infatti, tocca le più vibranti corde della politica americana. Tra i primi temi, preponderante é l’accesso dibattito sulle armi. Come dichiara lo stesso regista John Madden, il film sarebbe dovuto uscire prima delle elezioni presidenziali americane del 2016, in quanto il controllo di queste doveva essere uno dei temi più discussi e il film voleva essere un punto di partenza per una riflessione a riguardo.

Le armi però non sono l’unico tema da affrontare: lo stesso John Madden ha dichiarato in un’intervista per Repubblica; «Volevamo raccontare il processo politico e, in particolare, il ruolo che le donne ricoprono al suo interno. Questi sono alcuni temi che hanno dominato il dibattito presidenziale: ma alla fine, purtroppo, il tempismo non ha giocato a nostro favore».

Il film arriva nelle sale solo nel 2017 quando l’America è ancora sotto shock per il disastro elettorale, pertanto non riscuote parecchio successo. Gli elettori democratici non erano nel mood giusto per vedere un film incentrato sui giochi di potere.

Altri spunti di rilevanza politica e sociale si intrecciano regalando motivi in più per godersi la pellicola. È un film che pone domande, mette in discussione molte certezze, che non mira ad educare ma ad accendere lo spirito critico degli spettatori. Il film lascia fuori la morale per mostrare un reale mondo di crudele cinismo.

Miss Sloane è una donna complicata, razionale, priva di ogni limite nella corsa verso il successo, ossessionata dalla sua carriera ma coinvolgente per i suoi difetti, affascinante perché priva di sentimentalismi. Lei non ha avuto un’infanzia difficile, né un padre che non le dava amore. Lei, come afferma durante il film, è semplicemente «un fenomeno». Un’eroina del male o del bene, a lei non importa: l’importante è vincere.

miss sloane

Come dichiara l’attrice: «Siamo cresciuti in una società che non è abituata a vederci come leader. In molti campi, ogni volta che una donna dimostra di essere ambiziosa e capace, viene condannata. Ricordo che, dopo uno dei primi dibattiti, i media criticarono la Clinton per essere troppo preparata: non ho mai sentito un’accusa del genere rivolta a un uomo. Credo che le nuove generazioni smantelleranno questo sistema».

Anche il regista condivide questa opinione: «Le donne molto preparate e sicure di sé tendono a essere giudicate più pesantemente». Misoginia? No, puro cliché che vede la donna solo nel suo ambito naturale, materno, emozionale o sessuale. Il film invece apre uno spazio diverso e rappresenta un ruolo che lascia spiazzato lo spettatore.

John Madden costruisce un film rigoroso, che indaga con scrupolo il dietro le quinte delle stanze del potere e dei piani alti degli Stati Uniti. Dal business dell’olio di palma al mercato delle armi, ogni cosa è controllata dal mondo delle lobby. Quello delle lobby infatti è l’ultimo tra i temi trattati.

L’annosa questione dell’ingerenza delle lobby nel processo decisionale è tornata prepotentemente al centro del dibattito pubblico in questi ultimi anni, accusate a più riprese di “manovrare” l’azione del governo. I lobbisti, rappresentando gli interessi particolari dei loro committenti (aziende, associazioni di categoria e chiunque riesca a partecipare al processo decisionale) compiono il proprio dovere. Un buon lobbista cerca di dimostrare attraverso documentazioni, dati, studi, che gli interessi di cui è portatore non solo sono legittimi, ma che possono contribuire all’interesse generale. Spetterà poi al legislatore bilanciare i differenti interessi coinvolti e trovare una sintesi condivisibile.

Secondo miss Sloane «il lobbista deve saper prevedere. Deve anticipare le mosse dell’avversario e disporre le contromisure. Chi vince resta un passo avanti agli avversari e gioca l’asso nella manica subito dopo che loro hanno calato il proprio». Ma non tutti i lobbisti vengono per nuocere.

Proprio nei primi mesi del 2018 sono partiti i negoziati fra le istituzioni Ue sul miglioramento del registro per la trasparenza, dove sono registrati i lobbisti. Il Parlamento europeo, la Commissione e il Consiglio hanno acconsentito a cominciare a inizio 2018 il dialogo sulle regole che renderebbero più trasparenti le attività di chi si rivolge all’Unione europea in rappresentanza di un interesse.

Il film sensibilizza ai temi trattati senza prendere una netta posizione ne esprimere un giudizio. Pieno di spunti di riflessione, dalle armi alla misoginia nella politica, dagli intrighi di potere alla corruttibilità dei processi decisionali, Miss Sloane é ricco fino all’ultimo secondo di colpi di scena. Un film di estrema attualità da non perdere.