Jacinda Ardern: la Premier che ha conquistato il cuore dei neozelandesi

Di Francesca Rao – Jacinda Ardern, sarà alla guida del governo della Nuova Zelanda: a soli 37 anni, è la seconda donna a essere prima ministra. Nata il 26 luglio 1980 ad Hamilton, una cittadina del nord della Nuova Zelanda e laureatasi nel 2001, ha lavorato come ricercatrice nell’ufficio dell’ex premier laburista Helen Clark, che l’ha sostenuta in campagna elettorale.

Ha fatto alcuni anni di esperienza nel Regno Unito dove ha lavorato come policy advisor per il gabinetto di Tony Blair. Mentre era in Europa è diventata anche presidente dell’International Union of Socialist Youth. Parlamentare dal 2008, si definisce socialdemocratica, progressista, repubblicana e femminista. Leader del partito laburista dallo scorso agosto, è la persona più giovane che abbia mai guidato il partito: sui giornali nazionali è stata coniata l’espressione “Jacindamania” e spesso è paragonata ad altri politici carismatici, come Barack Obama e Justin Trudeau.

Dispregiativamente chiamata dai suoi avversari “Pretty Comunist”, la nuova premier è riuscita in quella che fino a poco tempo fa era stata definita una missione impossibile: interrompere il dominio del Partito conservatore (National Party) che per tre legislature consecutive aveva guidato il Paese. La Ardern governerà grazie ad una coalizione anomala: il suo governo conterà infatti sull’appoggio dei verdi e del piccolo partito populista di destra New Zeland First. Jacinda Ardern è una convinta femminista contemporanea ed ha partecipato pure alla Women’s March di Auckland, la versione neozelandese della marcia delle donne organizzata a Washington contro Donald Trump.

Sui giornali internazionali si è parlato di lei anche per come ha risposto a una domanda sulla scelta di avere dei figli o meno delle donne che lavorano e in particolare sulla sua scelta personale, domanda che le è stata fatta il giorno dopo la sua elezione a leader del Partito Laburista. Ardern non ha figli e non è sposata, anche se ha una relazione. «È completamente inaccettabile che qualcuno nel 2017 dica che le donne abbiano il dovere di rispondere a questa domanda sul posto di lavoro, inaccettabile. È una scelta delle donne quella se avere figli o meno, una scelta che non dovrebbe avere peso in un’assunzione».

Ha elettrizzato il Paese con una campagna che ha conquistato l’elettorato, ha parlato al cuore e alle tasche delle persone, puntando sulla lotta alla povertà infantile, agevolazioni allo studio e all’acquisto della prima casa per le giovani famiglie, riduzione dell’immigrazione e riforma della Banca centrale. In un Paese in cui il divario tra ricchi e poveri è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, questo messaggio è stato vincente: La prima grossa proposta della leader laburista dall’inizio è stata rendere gratuiti i primi tre anni di studi universitari, partendo dal non far pagare un anno agli studenti nel 2018, per arrivare a completare il progetto nel 2024.

Riguardo la minoranza Maori, la Ardern è contraria all’eliminazione delle quote parlamentari a essa riservate dal 1867, proposta che aveva avanzato il Partito Nazionale, a meno che non siano gli stessi Maori a chiederlo.

Un’altra cosa su cui la neopremier si è espressa è il tema dell’interruzione volontaria di gravidanza, che in Nuova Zelanda è ancora un reato, come sancito dalla legge del 1961, a meno che due medici non ritengano di doverla praticare per salvaguardare la vita o la salute della madre, o per evitare che nasca un bambino con gravi disabilità. Tra le battaglie che porta avanti c’è quella per la legalizzazione della cannabis, che sarà prossimamente oggetto di referendum. Con Jacinda è tornata in carica la vera sinistra. Buon lavoro cara Premier!


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