Comunicare è trasmettere? Esperienze a confronto nel quadro della cittadinanza europea

Di Sofia Di Pasquale – Danilo Dolci scriveva «mentre è più facile a uno, a pochi, trasmettere verso miriadi di singoli – limitato di fatto soltanto dell’opulenza, dalla potenza dell’emittente – per comunicare non basta l’iniziativa del singolo: occorre anche l’attivo corrispondere di un altro, di altri».

Con questo scopo, quello di trasmettere esperienze diverse e creare legami duraturi, si è tenuto a Catania, l’incontro giovanile nel quadro dell’Erasmus ­Plus, che ha riunito 25 partecipanti europei. Cinque le nazionalità: estone, lituana, bulgara, polacca e italiana. Lo scambio, incentrato sul tema della comunicazione e della migrazione, non è stato soltanto un’esperienza di formazione alternativa, basata sul learning by doing, bensì una vera esperienza di cittadinanza attiva europea.

Dal 6 al 13 novembre, noi ragazzi abbiamo analizzato i vari aspetti procedurali e relazionali della personalità umana, dalle attività di gruppo alla scrittura creativa fino alle attività outdoor e alle escursioni. Come ogni scambio, infatti, è la volontà di unione e di comunità che ha spinto il gruppo a collaborare e scambiarsi buone pratiche ma non soltanto. Abbiamo avuto modo di confrontarci apertamente sulle esperienze che ognuno di noi ha maturato nel campo dell’immigrazione, dai campi allestiti in Grecia dall’UNHCR alle Cliniche legali, che forniscono assistenza ai migranti presenti sul nostro territorio. Inoltre, la tematica ha toccato il campo dell’innovazione digitale, grazie alla presenza di Domenico Schillaci, l’associate managing director di PUSH, organizzazione di design nel cuore di Palermo, che si occupa di comunicazione e progettazione digitale per enti del nostro territorio.

Lo scambio la cui base è la comunicazione e i metodi più efficaci per una valida politica di accoglienza sia a livello locale che comunitario ha abbracciato vari ambiti come il lavoro e lo sport, in quanto il fine ultimo è quello di poter fornire competenze utili da sfruttare nel proprio territorio, visto che il fenomeno migratorio è presente in tutta Europa, non solo in Sicilia. Pertanto, vale la pena impegnarsi sempre di più sulle tematiche della multiculturalità, dell’integrazione e dell’antidiscriminazione in contrasto al diffondersi di fenomeni e atteggiamenti quotidiani di intolleranza e odio razziale nelle reti di informazione web e non soltanto.

«I ragazzi sono più ricettivi quando non c’è nessuno che gli dice cosa è giusto o cosa è sbagliato, ma sono loro stessi che riflettendo sull’ esperienza concreta si danno delle risposte», spiegano Indre Marsantaiteomskyte e Akvile Zar, organizzatrici del progetto. 

Imparare attraverso il fare, ovvero comprendere attraverso la riflessione, acquisire consapevolezza attraverso le azioni, discutere con se stessi e con gli altri, operare e pensare sulla base delle stesse motivazioni, degli stessi interessi e passioni:  su ciò si è incentrato il progetto “Communicating migration – Creating Possibilities” promosso dall’Arci di Catania. Perché, come scriveva il Premio Lenin per la pace, Danilo Dolci, «la creatività non si trasmette. Ma ognuno incontrando l’occasione di poterla sperimentare, può accendersene».

 


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