Elezioni regionali Sicilia 2017: Fabrizio Micari per un centrosinistra da medaglia di bronzo

L’accademico e ingegnere Fabrizio Micari è il candidato alla presidenza della Regione Sicilia che si presenterà alle elezioni del prossimo 5 novembre come rappresentate del centrosinistra. Nonostante una campagna elettorale “movimentata” e segnata da episodi che in qualche modo hanno danneggiato la sua corsa a Palazzo d’Orleans, Micari non si da’ per vinto.

Chi è Fabrizio Micari? Dopo una scalata accademica che lo ha visto nel 2010 divenire preside della facoltà di Ingegneria e poi, nel 2013, presidente della Scuola politecnica, nel luglio 2015 è stato eletto rettore dell’Università degli Studi di Palermo, entrando ufficialmente in carica l’1 novembre dello stesso anno. Lo scorso 27 agosto ha annunciato la candidatura a presidente della Regione Sicilia per le elezioni regionali e da allora non è mai stato in testa a nessun sondaggio, nonostante l’importante endorsement del sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

Cosa mette sul tavolo il candidato del centrosinistra? Micari ha dichiarato in un’intervista che vuole «potenziare l’impresa siciliana» tramite un positivo «aggancio ai segnali di ripresa, a questa parvenza di miglioramento». Secondo il rettore palermitano «bisogna puntare sulle infrastrutture, sul credito, sulla semplificazione burocratica e sul rilancio della Formazione professionale» Facendo riferimento alla propria esperienza in campagna elettorale in tour per tutta la regione, Micari afferma: «le piccole e medie imprese in Sicilia esistono. Io ne sto incontrando molte. E proverò, da governatore, ad aiutarle».

L’incompatibilità tra la carica di rettore dell’Università palermitana e la possibile carica di presidente della Regione, è stata denunciata da alcune associazioni studentesche che hanno chiesto le dimissioni immediate dalla carica accademica. Per legge, infatti, le due cariche non potrebbero coesistere e per questo motivo l’attuale rettore Micari si sarebbe congedato lasciando il rettorato al prorettore, il professor Fabio Mazzola, come stabilito dalle norme in merito alla gestione dei vertici dell’ateneo.

Il “paracadute” resta disponibile all’indomani delle elezioni. È un’ipotesi accreditata quella che reputa l’avventura politica di Micari destinata a finire in breve tempo “piangendo con un occhio solo”, per tornare alla vita accademica. Il probabile terzo posto alle elezioni lo estrometterebbe dall’Assemblea regionale (visto che il candidato perdente, il secondo classificato, ottiene l’ultimo dei 70 seggi in palio) e il rettorato non sarebbe più in pericolo carica multipla.

Difficoltà. A due settimane dal voto i sondaggi danno il rettore in discesa negli indici di gradimento, una situazione causata anche dai problemi con la presentazione di alcune liste, in particolare l’esclusione da Messina della lista ‘Arcipelago Sicilia – Micari presidente’ per ritardi nella consegna della documentazione. Oltre a questo danno elettorale “diretto” è evidente come non ci siano molti big ad affiancare Micari nella corsa alla presidenza siciliana, con gli alleati che sembrano stare optando per la strategia del voto disgiunto. Anche all’interno degli stessi ambienti del Partito Democratico, gli esponenti meno a sinistra e più favorevoli a un candidato più ‘utile’, preferirebbero uno come Nello Musumeci, il candidato del centrodestra.

Quali vantaggi per gli altri candidati sulla mancata preferenza per Micari? Difficile prevedere un aiuto a sinistra verso Claudio Fava, per le note incomprensioni e per i malumori che serpeggiano da tempo a sinistra tra le diverse correnti un tempo in coalizione. Resta il più plausibile lo spostamento verso l’ex presidente della commissione regionale antimafia Musumeci, in corsa con la lista ‘Diventerà Bellissima’, sia per appeal che per la sensazione di un voto utile – in prospettiva di compromessi più semplici con i moderati a sinistra e i centristi. Tutti coloro invece volessero provare a fronteggiare il ritorno del centrodestra potrebbero scegliere ‘Cinque Stelle’, virando quindi su Giancarlo Cancelleri, l’unico tra i candidati alla presidenza della Regione che può aspirare a uno scontro all’ultimo voto contro Musumeci.

Daniele Monteleone


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