“Che l’Italia chiuda i porti”, la provocazione sui migranti proveniente dall’Est

Ennesima polemica sul fronte dei migranti. Ad avanzare pretese, questa volta, sono i paesi Visegrad (Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia) che tramite una lettera inviata al presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, hanno chiesto al nostro paese di chiudere i porti nell’intento di arginare il flusso migratorio dal Mediterraneo.

A far da portavoce dei quattro paesi, il premier ungherese Viktor Orban, noto per il famoso muro eretto nel 2015 durante la crisi dei flussi migratori lungo la rotta balcanica, il quale ai microfoni di una radio pubblica ha anticipato il contenuto della missiva inviata al nostro primo ministro. Orban ribadendo la propria contrarietà a una politica europea sull’immigrazione, ha evocato protezione per «le nostre frontiere esterne», invitando l’Ue e gli altri Stati, a «mobilitare risorse finanziarie e di altro genere per creare condizioni sicure e umane in hotspot o centri di accoglienza fuori dall’Ue».

Secondo Orban, poi, è necessario che «i veri richiedenti asilo» siano «identificati prima di entrare in Ue», con la risoluzione del problema che deve avvenire direttamente in Libia, dove non può essere esclusa a priori l’eventualità di un’azione militare. E in tal senso, si inserisce la proposta fatta al nostro paese di chiudere i porti. Se non una minaccia, di certo siamo ai contorni di un avviso. Una provocazione? Forse, ma per il premier ungherese, escludendo una politica europea sull’immigrazione e viste le sollecitazioni continue di intervento da Roma sul tema, l’unica soluzione sarebbe questa. Anche perché, a breve, «il problema diventerà ingestibile» avvisa Orban, «dato che tedeschi ed austriaci chiuderanno presto le loro frontiere». Un rischio, o una minaccia secondo i due punti di vista, per l’Italia, che potrebbe vedere tutti i migranti provenienti dal Mediterraneo rimanere sul proprio territorio. 

E non può essere un caso che il premier Orban faccia menzione dell’Austria. L’uscita dei paesi Visegrad, d’altronde, giunge all’indomani delle dichiarazioni del ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, dopo un incontro avvenuto a Vienna con il ministro degli Esteri Angelino Alfano, in cui ha preteso «che venga interrotto il traghettamento di migranti illegali dalle isole italiane, come Lampedusa, verso la terraferma». Pena la chiusura dei confini del Brennero dove già sono presenti le forze militari. «Idee da campagna elettorale», le ha etichettate duramente il nostro ministro. Così come dura è stata la reazione del premier Gentiloni al contenuto della lettera dei paesi del Visegrad. «Non accettiamo lezioni né parole minacciose», ha attaccato il primo ministro italiano, sottolineando inoltre che mentre l’Italia continua a fare il proprio dovere, «pretendiamo che l’Europa faccia il proprio senza darci improbabili lezioni».

Una pretesa, finora inascoltata e chissà per quanto tempo ancora lo sarà.

Mario Montalbano


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