PIIGS: come imparai a preoccuparmi e a combattere l’austerity

La precarietà, il neoliberismo, gli effetti collaterali della globalizzazione, le delocalizzazioni indiscriminate, l’amoralità del capitalismo di ritorno. Distribuito da Fil Rouge Media, “PIIGS: come imparai a preoccuparmi e a combattere l’austerity” è un docu-film autofinanziato, scritto e diretto da Adriano CutraroFederico Greco e Mirko Melchiorre.

Nelle sale italiane dal 27 aprile scorso, può contare sulla voce narrante di Claudio Santamaria, su una gran mole di dati e ricostruzioni storiche e sulle interviste tra gli altri a Noam Chomsky, all’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, allo scrittore Erri De Luca, al giornalista-saggista Federico Rampini e a Stephanie Kelton, economista e capo del budget del Senato degli Stati Uniti.

L’indagine mira a comprendere meglio le cause ed i riflessi dell’austerity sulla società europea, in particolare del Sud Europa. Gli autori dichiarano che il film segue la tesi secondo la quale le politiche di austerity stanno aggravando gli effetti della crisi finanziaria, specialmente in quei Paesi definiti dall’Economist PIIGS (acronimo di Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna), ovvero quegli Stati con un alto debito pubblico ed un’economia debole.

Un film da definirsi glocal, cioè globale e locale al tempo stesso. La macchina da presa di “PIIGS” analizza la grande crisi degli ultimi anni, prendendo le mosse dalla storia di sopravvivenza de “Il Pungiglione”, una cooperativa sociale di Roma prossima al fallimento, con 100 dipendenti verso il licenziamento e 150 disabili che non avranno più assistenza. Questo tracollo è parente stretto degli slogan d’ordinanza mitragliati dai fautori del pensiero unico economico europeo.

Dall’acronimo sprezzante inventato nel 2009 dall’Economist, quei Paesi “maiali”, corrotti ed inguaribili per “problemi strutturali se non antropologici”, sono da rifondare o quantomeno da commissariare, seguendo in maniera fideistica le ricette della Troika e delle banche centrali. Ma sarà proprio vero che un altro modello di Eurozona è impossibile, che non esistono alternative al Fiscal Compact, al pareggio di bilancio, ai tagli selvaggi alla spesa sociale e perciò alla chiusura della stessa cooperativa “Il Pungiglione”? Riusciremmo comunque a sopravvivere, sforando il vincolo del 3% nel rapporto deficit/Pil?

“PIIGS” sostiene che le politiche di austerità dell’Unione europea ci stanno conducendo sull’orlo del baratro, perché incidono direttamente sulla vita di ognuno di noi: incremento delle disuguaglianze, aumento del livello di disoccupazione (giovanile e tout court), crescita della quota di indigenti assoluti tra la popolazione del Vecchio Continente in generale e tra i Paesi della “zona Euro” in particolare.

Per troppo tempo certi argomenti sono rimasti ad uso esclusivo di una ristretta cerchia di intellettuali: forse anche per questo ci ritroviamo in questa crisi stagnante. Vorremmo che il nostro film stimolasse un dibattito approfondito su temi che influenzano la nostra vita quotidiana, ma che per pigrizia o riluttanza abbiamo delegato a chi non ha poi fatto i nostri interessi”. Con queste parole, Adriano Cutraro, uno degli autori, prova a spiegarci come il cinema può essere lo strumento giusto per ragionare sull’immane ed ancora bruciante crisi economica

Francesco Polizzotto