Il bilancio del G7 di Taormina

L’agenda politica del G7 di Taormina ha evidenziato numerosi argomenti irrisolti sul piano internazionale. I leader dei sette paesi hanno trovato accordo su alcune politiche mentre su altre si è preferito posticipare la decisione. Il premier italiano Paolo Gentiloni afferma:« Il confronto è sempre utile, aiuta a individuare convergenze quando possibili e rende chiare le differenze quando ci sono. Il risultato più importante è stato sul terrorismo, anche per il passaggio in cui si chiede ai grandi provider di Internet di rimuovere tempestivamente tutti i contenuti che possano promuovere o amplificare mediaticamente gli atti terroristici».

L’immensa mole d’informazione che si è sviluppata negli ultimi 10 anni, soprattutto tramite i social media, sta mettendo in difficoltà i più grandi paesi industrializzati del mondo. Risulta sempre più complesso gestire video, notizie, fughe d’informazioni e censure di contenuti violenti sul web. La forte propaganda dello Stato Islamico nel mondo di internet ha messo d’accordo tutti quanti sulla lotta a questo terribile fenomeno. In ambito commerciale, Trump ha corretto la sua posizione sul protezionismo degli Stati Uniti affermando, nel comunicato ufficiale, l’intenzione di sostenere un «commercio libero, corretto e con reciproco vantaggio». Sulla crisi siriana, sugli immigrati e sul clima il meeting ha subito un forte stallo. Il G7 è pronto a riaprire il tavolo delle trattative con Mosca sia sulla guerra siriana che sulla crisi ucraina. Nonostante le sanzioni date alla Russia per l’annessione della Crimea nel 2014, il ruolo esercitato da Putin nello scacchiere internazionale resta molto influente.

L’assenza della Federazione russa è fortemente sentita da tutti i leader ed un reinserimento di Mosca nel G8 sembra possibile nelle future  trattative. Sul tema immigrazione, gli Stati Uniti hanno affermato il diritto di ciascuno Stato a gestire i propri confini e le politiche sulla sicurezza nazionale, incontrando il dissenso dei paesi europei. Il più grande insuccesso si è manifestato sul tema del clima, dopo i presupposti sanciti nel Protocollo di Parigi. Trump ha posticipato la sua decisione alla prossima settimana lasciando il neo presidente francese Macron e Angela Merkel fortemente in disaccordo con la posizione del presidente americano. Le grandi aspettative per questo G7 sono state in parte deluse. La dichiarazione firmata a Taormina, esorta i leader ha trovare soluzioni su queste tematiche ma non ha potere vincolante. La Sicilia è stata per due giorni il centro della politica internazionale, portando una forte attenzione mediatica sull’evento ma dimostrando ancora una volta la debolezza di questi meeting e la supremazia dell’egoismo nazionale.

Risulta inevitabile riaprire il dialogo con Vladmir Putin per reinserire un paese fondamentale come la Russia, estendere la partecipazione a molti più Stati ed infine dare carattere vincolante ai documenti firmati, che devono trovare la loro conferma in risoluzioni concrete autorizzate dall’ONU.

Valentino Billeci