Cos’è l’Isis?

Di Simonetta Viola – L’autoproclamatosi “Stato Islamico” (ISIslamic State – ad-Dawla al-Islāmiyya, prima chiamato ISIL – “Islamic State in Iraq and the Levant” o ISIS, meglio chiamato come Dā’esh, quale acrononimo di al-Dawla al-Islāmiyya fi-l-‘Iraq wa ash-Sham), nato l’8 aprile 2013, non è uno stato arabo, non è uno stato islamico, non è uno stato vero e proprio.

Nonostante abbia sogni espansionistici che puntino alla nascita di un califfato sempre più esteso, viene molto spesso erroneamente etichettato come Stato islamico, ma quest’accezione è fuorviante. Il termine Da’esh, con il quale viene descritto e chiamato, ha una connotazione negativa: il suo suono rimanda ai verbi “calpestare e distruggere” e viene usata con scopi denigratori.

Parleremo, quindi, di un’organizzazione e non di uno stato. Si può definire l’Isis come l’organizzazione terroristica più ricca di tutti i tempi. Sorge spontanea la domanda: da dove provengono i soldi con i quali mantiene un esercito di miliziani che da ben tre anni razzia ad un ritmo forsennato Iraq e Siria? Analizziamo attentamente alcuni dati che possono aiutarci a capirne qualcosa in più. L’Isis nasce in seguito alla morte di Bin Laden da una frangia di miliziani staccatisi da Al Qaida.  I principali personaggi su cui si basa quest’organizzazione sono tre: il primo è proprio Osama Bin Laden, tristemente conosciuto per essere il mandante degli attacchi dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle; di origine saudita è stato a lungo a capo di Al Qaida, fino a quando, in seguito alla sua morte il 2 maggio 2011, non è stato sostituito da Ayman al-Zawahiri, un medico egiziano, il secondo protagonista in esame. Il terzo ed ultimo è Abu Musab al-Zarqawi, un giordano che negli anni Ottanta e Novanta si era opposto ad Al Qaida e ad Osama Bin Laden.

Questi tre uomini si sono susseguiti nella creazione di quest’organizzazione che sempre più si espande e che oggi vanta al suo comando il feroce Abu Bakr al-Baghdadi.

Il 29 giugno 2014 l’Isis dichiara la nascita del califfato che parte da Mosul e punta ad espandersi sempre di più fino ad arrivare ad Aleppo ed oltre; dal 2013 ad oggi l’Isis vanta tra le sue conquiste territori in Iraq, Siria ed aspira a porre basi in Libano, Turchia, Israele, Iran, Giordania ed oltre, fino ad arrivare al Nord Africa.

30 mila uomini si sono alleati con le tribù sunnite e gruppi baathisti (cioè sostenitori del partito Baath, il partito di Saddam Hussein) e tramite la strategia del terrore hanno già lasciato una scia di morti non indifferente: molti gli attacchi rivendicati anche fuori dal territorio siriano ed iracheno. Il numero di combattenti è in costante aumento e recluta ragazzi non solo nei territori in cui l’Isis ha già costruito un proprio califfato, ma anche in territori occidentali come Francia, Inghilterra, Grecia, Spagna e Germania.

Il patrimonio dell’Isis, tra i più fecondi al mondo, conta 2 miliardi di dollari, frutto di numerose azioni illecite: 430 milioni di dollari rubati alle banche depredate lungo il cammino delle sue conquiste, 96 milioni di dollari frutto di riciclaggio di denaro sporco, 36 milioni dal business dei tesori archeologici delle città dall’Isis depredate, sovvenzioni da Talebani, Hezbollah, FARC, Hamas e 434 milioni di dollari grazie a sequestri, villaggi depredati, controllo dei pozzi petroliferi in Iraq e Siria e si suppone grazie a sovvenzioni da parte delle elite sunnite dell’Arabia Saudita e del Kuwait.

Le strategie dell’Isis sono tanto basilari quanto devastanti: seminare terrore e morte al proprio passaggio, creare un clima di terrore e pubblicizzare decapitazioni dei vari ostaggi occidentali insieme alle rivendicazioni di attentati terroristici sui territori occidentali, soprattutto europei.

L’obiettivo dell’Isis non si può inquadrare nel creare un nuovo stato, ma nel creare un’organizzazione vastissima che controlla territori e risorse utili all’arricchimento con metodi a dir poco barbari. Vengono descritti spesso come dei barbari arricchiti che lasciano dietro di sè solo morte e distruzione, avvicinandosi a quello che era l’operato dei barbari che portarono morte, distruzione e scorrerie nell’Impero Romano; tutto ciò con mezzi molto più progrediti. Usano la tecnologia occidentale per distruggere l’Occidente dall’interno e con i punti di forza che lo contraddistinguono.

Per chiarire meglio l’operato dell’Isis sarebbe consigliato guardare il documentario girato in tre settimane dal reporter di VICE News Medyan Dairieh che mette in luce e spiega l’Isis dall’interno e ci dà una visione d’insieme che non possiamo avere dalle nostre scrivanie.


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