Italia, paese per Dinosauri

Prendo spunto per questo articolo (quasi uno sfogo) da un’intervista rilasciata qualche giorno fa da Oscar Farinetti, CEO di Eataly, brand conosciuto ormai in tutto il mondo per la promozione e l’attenzione del cibo made in Italy. Farinetti sostiene: “la mia generazione è quella che ha distrutto il paese, che ha riempito con oltre 2.200 miliardi di debiti il paese

Difficile dargli torto. La mia generazione, quella nata a cavallo tra gli anni 90 ed il terzo millennio, non ha prospettive in Italia, al giorno d’oggi: quanti di voi sono in possesso di un titolo di laurea triennale o magistrale e magari lavorano come commessi in un negozio di abbigliamento o in un call-center, schiavizzati per 800€ al mese, magari in nero? Era questo il vostro desiderio prima di iscrivervi all’università? Diciamolo, l’Italia non è un Paese per giovani, non è un Paese che ama il cambiamento, non è un Paese che guarda al futuro!

Personalmente, negli ultimi periodi ho perso l’entusiasmo per molte cose che riguardano il mio Paese: dopo tanti anni di militanza, ho perso la fiducia nella politica. Cosa è oggi la politica? Un contenitore di persone che non vogliono realizzarsi nella vita e pensano di ottenere, prima o poi, un posto, che sia in consiglio comunale o alle Camere, per “sistemarsi” per qualche decennio… e tutto il resto? Beh, tutto il resto è carne da macello, manovalanza da sfruttare per questo o quell’altro obiettivo personale, con la promessa che “anche tu un giorno avrai il tuo spazio!”… si, un giorno remoto!

Ho perso la fiducia nell’istruzione di questo Paese: appartengo alla generazione che ha sostenuto pure gli esami di quinta elementare, mentre oggi si parla addirittura di ammissione agli esami di maturità con la media del 6: ma stiamo scherzando? Veramente, stiamo promuovendo la mediocrità e l’ignoranza per la prossime generazioni?

Ho perso la fiducia nella volontà di cambiamento del Paese. Noi italiani siamo progressisti soltanto a parole, ma alla prova dei fatti rimaniamo dei conservatori. Quante chance di cambiamento e progresso abbiamo avuto in tutti questi anni: dai referendum costituzionali promossi da destre e sinistre governative alla TAV, dal ponte sullo stretto di Messina al ritorno del nucleare.

L’Italia, ma soprattutto l’Italiano, ha paura del cambiamento: preferisce accontentarsi di quello che si ha, magari vecchio, obsoleto, inconcludente, piuttosto che tentare di rovesciare la situazione ed intraprendere la via del futuro, sapendo che tutto ciò che è cambiamento è opera dell’uomo ed in quanto tale, è sempre qualcosa che avrà delle sbavature, delle imprecisioni, ma sarà modificabile. No! Fino a quando non scenderà sulla terra (e in Italia soprattutto) un superuomo dotato di capacità tali da proporre progetti e riforme perfette, senza sbavature, nessuno voterà o proporrà il cambiamento.

Mi meraviglia il fatto che all’ultimo referendum, la maggioranza dei giovani abbia votato No, e tra questi a prevalere siano stati i contrari al governo piuttosto che alla riforma (magari non letta, con scelta dettata dai social e dai media che inneggiavano ad ipotetiche scalate dittatoriali e distruzioni del Paese).

L’Italia è un Paese da distruggere: un posto bello ed inutile, destinato a morire […] e magari ci fosse (l’apocalisse in Italia) almeno saremmo tutti costretti a ricostruire … Invece qui rimane tutto immobile, uguale, in mano ai dinosauri. Dia retta, vada via!, è una famosa frase del film “La meglio gioventù” di M.T. Giordana, che esprime la realtà dei fatti: giovani costretti a scappare via dal Paese, per scampare alla mentalità provinciale e conservatrice dei genitori ed invece un pugno di “dinosauri”, che vivono da decenni a capo delle istituzioni, degli enti e degli uffici che mantengono il loro privilegio, i loro sprechi ed il loro marciume, fregandosene del progresso, della generazione che li succederà, con tutti i danni e debiti che avremo da pagare!

Giuseppe Sollami