15 anni di Euro: cosa è cambiato?

Primo gennaio 2002, una data importante per l’Europa e per il mondo intero: debutta ufficialmente nelle tasche dei cittadini comunitari la nuova moneta Unica, l’Euro.

Contrassegnata dal simbolo €, la moneta sostituisce di fatto le principali monete del vecchio continente, che hanno resistito a secoli di guerre, unificazioni e storia: il Marco tedesco, con rapporto di scambio fissato a 1,95 DEM per un Euro, il Franco francese, con rapporto 6,55 FRF a 1, la Peseta spagnola con cambio 166,38 ESP per un Euro, la Dracma greca scambiata a 340,75 e l’Escudo portoghese a 200,48.

La nostra moneta, la Lira italiana, dopo un decennio di svalutazioni pilotate per accedere allo SME (sistema monetario europeo) e dopo la famosa “una tantum” Eurotassa, introdotta per rispettare i parametri di Maastricht (si parlò allora di una manovra da 4.300 miliardi di Lire), riuscì ad entrare nel sistema Euro con un cambio pari a 1936,27 LIT per un Euro. Alle banconote del Bernini e di Caravaggio, simbolo del potere d’acquisto delle famiglie e del risparmio italiano, si affiancarono prima, e sostituirono poi, i tagli da 20 e 50€. Ci ritrovammo, ad un anno dall’entrata nel 3° millennio, a conoscere una nuova realtà, molto più grande e che univa economicamente una moltitudine di realtà continentali.

Qualcosa forse, in questi passaggi, non è andato per il verso giusto, almeno in Italia ! Basta ragionare un poco e paragonare il tutto: prima dell’Euro, chi guadagnava 1.600.000 Lire quale potere d’acquisto aveva, rispetto ad un attuale stipendio di 800 Euro ? Ricordo quando ai Tg si parlava del caro benzina, con carburanti che sfioravano 1350 lire/litro (0,69€); oggi la benzina, mediamente si acquista a 1,45 €/L, circa 2810 lire per un litro !

Dove sono rintracciabili le cause di tutto ciò ? Sicuramente il fattore principale è stato quello di un cattivo controllo da parte di garanti ed autorità durante la fase di transizione, che ha portato gli esercenti ad arrotondare i prezzi fino a parificare la moneta della Banca d’Italia ad un tasso “immaginario” di 2:1, con conseguente aumento di tutti i prodotti di consumo. Dall’altra parte, però, non si è avuto l’arrotondamento consequenziale, con stipendi e pensioni che sono rimasti ancorati ai cambi legali. Tutto questo ha portato oggi ad un valore d’acquisto pressoché dimezzato, con maggiori difficoltà per le famiglie italiane nel mantenere il tenore di vita del periodo “lirota”.

Certo, non tutto ciò che è contraddistinto dal nome Euro è stato negativo. La moneta unica oggi è la più solida al mondo, con cambi favorevoli rispetto a tutte le altre monete mondiali, ed è il frutto di economie tra le prime al mondo, il che implica solidità e forza della moneta stessa.

Ultimamente il fenomeno populistico delle destre e dei movimenti nati in tutta Europa hanno sempre alimentato il dibattito dell’uscita dei Paesi d’origine dalla moneta unica: mi viene subito da smentire giuridicamente prima e realmente dopo tali mostri dal consenso facile.

  • I Paesi Europei, l’Italia soprattutto, dispongono di un asset costituzionale che vieta eventi simili, come ? In Italia, l’art. 75 Cost. vieta lo svolgimento di un referendum sulle leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali; inoltre, sarebbe improbabile impugnare le norme e gli obblighi comunitari. Ulteriore delucidazione, su chi propone un referendum “consultivo”: tale referendum, sancito dall’ art. 132 Cost. descrive che tale procedura può essere utilizzata solo per modifiche attinenti al territorio delle Regioni.
  • Immaginate, per assurdo, di doverci ritrovare un bel giorno con la Lira italiana nuovamente nei nostri portafogli, allo stesso cambio di entrata nell’Euro, con la stessa solidità internazionale che disponeva la Lira: il livello di speculazione internazionale sarebbe cosi elevato che nel giro di qualche anno nelle nostre tasche ci ritroveremmo tagli di banconote da 10, 20, 50 milioni di lire, un pò come avvenne nella Jugoslavia del 1994, quando si arrivarono a stampare tagli da 500 miliardi di Dinari. Il nostro paese sprofonderebbe immediatamente in una voragine economica imparagonabile, con danni per il nostro export e per il tessuto industriale italiano.

Alla tirata di somme, quindi, l’Euro non è una bestia cosi come la si descrive, anzi, è stato uno scudo importante per tutte le economie del sud Europa, che sono rientrate nel sistema concorrenziale mondiale con una moneta importante che funge da ottima garanzia.

L’Euro è anche il primo passo verso un’unificazione politica dell’intero continente, ancora oggi non realizzata. Bisogna, tuttavia, pensare a rafforzare questo dibattito e sensibilizzare i cittadini sul ruolo delle istituzioni europee. Tutto ciò che è Lira ormai è un ricordo, seppur bello, di un periodo della nostra vita nazionale.

Giuseppe Sollami