Tina Anselmi: dalla Resistenza alla P2 per dovere morale

Di Francesca Rao – Aveva solo 17 anni Tina Anselmi quando decise di partecipare alla Resistenza. L’episodio che la spinse a prendere questa decisione fu l’impiccagione di un gruppo di giovani partigiani da parte dei nazifascisti, a cui fu costretta ad assistere assieme ai suoi compagni di scuola.

Nel 1944, con il nome di battaglia di “Gabriella” diventò staffetta della brigata Cesare Battisti al comando di Gino Sartor, per poi passare al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà. A dicembre, dello stesso anno, entrò nel partito della Democrazia Cristiana senza dimenticare mai il suo antifascismo, che caratterizzerà tutta la sua vita politica.

Finita la guerra, Tina si laureò in Lettere presso l’Università Cattolica di Milano, e iniziò ad esercitare la professione di insegnante elementare. Si impegnò nell’attività sindacale diventando dirigente (dal 1945 al 1948 del Sindacato Tessili, dal 1948 al 1955 del Sindacato Maestre), poi responsabile nazionale delle giovani della Dc (dal 1958 al 1964), e vice-presidente dell’Unione europea femminile nel 1963. Nel 1959 fece il suo ingresso nel consiglio nazionale dello Scudo Crociato e il 19 maggio 1968 fu eletta deputata, carica che mantenne ininterrottamente fino al 1992, per un totale di sei legislature.

Il 29 luglio 1976, Giulio Andreotti, al suo terzo mandato da Presidente del Consiglio, la nominò Ministra del lavoro e della previdenza sociale. L’immagine di lei che entra al ministero segna un momento significativo nell’emancipazione femminile: è la prima donna alla guida di un dicastero della storia italiana.

Nel quarto e nel quinto governo Andreotti, l’Anselmi ricoprì la carica di ministro della sanità. Due innovazioni normative portano la sua firma: la legge sulle pari opportunità del 1977 e l’istituzione del Sistema Sanitario Nazionale del 1978. Nel 1984 guidò la prima Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna: a lei si deve la legge n. 125 del 1991 “Azioni per la realizzazione della parità uomo – donna nel lavoro”.

Tina si occupò di donne, famiglia, sanità e lavoro, temi che condivise con Nilde Iotti. Tra le due donne c’era un forte rapporto, fatto di stima e fiducia reciproca tanto che, considerandola figura di grande spessore morale e trasparenza, nel 1981 Nilde scelse Tina come Presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2, incarico delicato durante il quale subì minacce e intimidazioni, tra cui il ritrovamento di sette chili di tritolo davanti alla sua abitazione.

Nel 1992, alla vigilia di Tangentopoli, dopo essere stata inserita (di proposito) da Arnaldo Forlani in un seggio perdente, lasciò Montecitorio dopo 24 anni. Il suo nome è stato indicato per il Quirinale nel 1992 e nel 2006. Il 18 giugno del 1998 Tina Anselmi ricevette l’onorificenza di Dama di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Nel 2009 fu insignita del “Premio Articolo 3” per il 2008 come “riconoscimento all’attività svolta durante tutta una vita spesa – anche a rischio della medesima – al servizio della libertà e dei valori di uguaglianza sanciti proprio dall’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale”.

Non va dimenticato il suo contributo dato nella battaglia per il voto alle donne: «La ricordo come una battaglia importante e divertente, anche se io non avevo gli anni sufficienti per poter votare. Ho fatto tanti di quei comizi, tante di quelle riunioni con le donne. Era una cosa stupenda. Se io penso agli incontri con le donne, a quanto erano solari, solidali, piene di vitalità e di speranza: una cosa stupenda, con tutti che si mobilitavano per andare di casa in casa. Anche i nostri clericali non si mossero contro, perché il valore di quel voto era talmente importante che anche chi era dall’altra parte non si poteva opporre».

Tina Anselmi si è spenta all’età di 89 anni nella sua città natale, Castelfranco Veneto, il 1° novembre 2016. Donna semplice, coerente e coraggiosa, sin da adolescente ha lottato per la democrazia, i diritti e la parità di genere, dedicandosi completamente alla politica.

In un recente documentario di Anna Vinci  dal titolo “Tina Anselmi, la grazia della normalità”, Tina affermava: «Dico alle mie nipoti: attente, fate la guardia. Perché le conquiste non sono mai definitive”. Quando le donne si sono impegnate nelle battaglie, le vittorie sono state vittorie per tutta la società. La politica che vede le donne in prima linea è politica di inclusione, di rispetto delle diversità, di pace».


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