Il Bataclan ritorna a vivere e Parigi prova a voltar pagina

Minuto 40 del primo tempo. Allo Stade de France di Parigi si gioca Francia-Germania. Amichevole di preparazione in vista degli Europei previsti in terra transalpina nell’estate 2016. Un’esplosione si sente indistintamente. Un boato enorme che distrae persino i calciatori. Si pensa a un petardo. Invece è il segnale che dà inizio all’inferno del 13 novembre 2015.

Parigi, dopo gli attentati del 7 gennaio alla redazione di Charlie Hebdo, ridiventa teatro di guerra in mano a un gruppo di terroristi islamici che riescono a metterla a ferro e fuoco. Esplosioni e sparatorie si susseguono a distanza di minuti in varie zone della città. Sulla Rue Alibert e Rue Bichat. Nuovamente nei pressi dello stadio. Sulla Rue de la Fontaine au Roi e sulla Rue de Charonne. E soprattutto su Boulevard Voltaire, dove c’è il teatro Bataclan, dove quella sera è in corso un concerto del gruppo rock Eagles of Death Metal. Qui i terroristi faranno irruzione seminando panico e terrore. Ma soprattutto sangue e morte. Oltre 90 morti dei 130 totali resteranno sul pavimento o nei corridoi del teatro.

È l’11 settembre per i francesi, che rimarranno atterriti e sotto shock. E lo saranno per tanto tempo. Quale biasimo per una città che nel giro di un anno si è riscoperta debole e inerme davanti a un pericolo interno, prodotto diretto delle sue contraddizioni sociali, economiche e politiche. Parigi ancora oggi è alla ricerca completa di tutti i responsabili. A distanza di un anno le immagini e le foto dei passanti, dei testimoni, e di chi ha vissuto indirettamente dalle finestre delle case limitrofe l’attacco rappresentano ancora un ricordo nitido di quella notte drammatica.

Difficile se non impossibile dimenticare. Ma ripartire è d’obbligo per una città che per settimane e mesi ha deciso di annullare ogni iniziativa serale, di autoimporsi una sorta di coprifuoco per timore di altri attentati. La Francia, però, è un paese altamente orgoglioso. Un paese storicamente geloso della propria libertà. Anche per questo piano piano Parigi è ritornata a vivere. Per quanto si possa ricominciare dopo una tragedia le cui cicatrici rimarranno per sempre nella sua memoria.

Oggi a distanza di un anno, si compie un ulteriore passo verso la normalità. Riapre il Bataclan. E lo fa alla stessa maniera con cui si era chiuso in quella notte del 13 novembre. Con la musica rock e tramite la voce di Sting. Dopo 12 mesi, il Bataclan non vuole più esser ricordato come il luogo degli attentati, piuttosto il luogo della speranza e di ripartenza per un nuovo per tutti i francesi. E non solo.