Giorgio_Gaber

Ma cos’è la Destra, cos’è la Sinistra?

«Ma cos’è la Destra, cos’è la Sinistra?» Giorgio Gaber continuava a chiederselo in una delle sue più celebri canzoni, immaginando di associare le due categorie politiche ad oggetti o posti fisici nei quali ci si imbatte quasi quotidianamente. Ripercorrendo quel testo, scopriamo così che fare il bagno nella vasca è di Destra mentre far la doccia è di Sinistra, la cioccolata svizzera è di Destra e la nutella invece è di Sinistra; oppure che la donna emancipata è di Sinistra e quella riservata di Destra, il bastardo è di Sinistra mentre il figlio di puttana è di Destra.

Al di là delle vecchie ideologie, ancora esistenti negli anni in cui cantava Gaber, oggi invece dissolte sia politicamente che culturalmente, la domanda “Ma cos’è la Destra, cos’è la Sinistra?” può comunque essere riproposta, provocando verosimilmente dibattiti ancora più infuocati di quelli che scaturirono al lancio della canzone di Gaber.

Come rispondere quindi alla questione? Cosa possiamo oggi definire di Destra e cosa invece di Sinistra? A chi pensiamo quando vogliamo identificare la Destra o la Sinistra?

Norberto Bobbio, nel suo illustre pamphlet Destra & Sinistra. Ragioni e significati di una distinzione politica, forniva un quadro preciso delle due categorie, distinguendole in base al diverso atteggiamento assunto di fronte all’ideale di eguaglianza. Secondo Bobbio, esiste un contrasto di vedute e di posizioni che contrassegna i due opposti schieramenti, chiamati abitualmente Sinistra e Destra. I primi considerano gli uomini più eguali che diseguali, mentre i secondi li ritengono più diseguali che eguali.

La dicotomia sarebbe così rappresentata dalla differente valutazione del rapporto tra eguaglianza/diseguaglianza naturale ed eguaglianza/diseguaglianza sociale. A Sinistra si collocano gli egualitari, che partono dalla convinzione che la maggior parte delle diseguaglianze che li indignano siano sociali ed in quanto tali eliminabili. A Destra si posizionano invece gli (in)egualitari, che partono dalla convinzione opposta, cioè che le diseguaglianze siano naturali ed in quanto tali ineliminabili.

Ragionando invece sul diverso approccio nei confronti dell’ideale di libertà, Bobbio sostiene che esso, seppur storicamente rilevante quanto quello dell’eguaglianza, non attiene alla dicotomia Destra/Sinistra. Il criterio relativo all’ideale di libertà distingue l’universo politico rispetto ai mezzi e non rispetto ai fini. Ecco quindi che tale criterio serve a distinguere le dottrine ed i movimenti libertari dalle dottrine e dai movimenti autoritari; ma entrambi possono trovarsi sia a Destra che a Sinistra. Confrontando e sovrapponendo le due distinzioni, fatte sulla base dei due diversi criteri, Bobbio giunge ad uno schema che differenzia le seguenti quattro tipologie di dottrine/movimenti politici:

  1. A sinistra i movimenti egualitari ed autoritari, il cui esempio storico più importante è rappresentato dal giacobinismo;
  2. Al centro-sinistra dottrine e movimenti egualitari e libertari, che comprendono tutti i partiti socialdemocratici, pur nelle loro diverse prassi politiche;
  3. Al centro-destra dottrine e movimenti libertari ed (in)egualitari, tra cui rientrano i partiti conservatori, che si distinguono dalle destre reazionarie per la loro fedeltà al metodo democratico;
  4. All’estrema destra dottrine e movimenti antiliberali ed antiegualitari, i cui esempi storici più noti sono il fascismo ed il nazismo.

Probabilmente lo schema presentato da Bobbio poco si addice agli scenari politici odierni, nei quali le correnti di partito, le faziosità, i personalismi e le faide tra diversi leader  finiscono spesso per scavalcare gli schieramenti e stravolgerne le identità.

La dicotomia politico-culturale Destra/Sinistra, nata ai tempi della rivoluzione francese, ci appare oggi come un retaggio storico e risulta inapplicabile in diversi sistemi di partito. Pensiamo a quanto è avvenuto in Italia con l’affermazione del Movimento 5Stelle o anche in Spagna con Podemos. Non è questa la sede per dissertare sull’applicabilità odierna del contrasto-continuum Destra-Sinistra e certamente vanno analizzati i diversi contesti nazionali e le differenti contingenze politico-elettorali. Quel che occorre rilevare è però la difficoltà attuale nell’inquadrare sic et simpliciter partiti e movimenti nella rigida struttura bipolare.

Le categorie di Destra e Sinistra vanno quindi tenute sì come base di partenza per qualsiasi ragionamento di natura politica, ma è necessario altresì rileggerle e rivalutarle, soppesandole ed adattandole alle nuove realtà. Ritornando a Gaber ed alla sua canzone, riproponiamo la strofa conclusiva: «Tutti noi ce la prendiamo con la storia, ma io dico che la colpa è nostra; è evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra».