Il sorriso vincente di Alex Zanardi

 

Sportivo vincente e uomo simbolo del mondo paralimpico. Tutto questo è Alex Zanardi. Era il 15 settembre 2001, quando durante l’appuntamento europeo a Lausitziring, del campionato mondiale di CART, un terribile incidente gli avrebbe tolto l’uso delle gambe. Ma non il sorriso, la voglia di combattere e soprattutto di competere verso nuovi e importanti obiettivi. E di sfide, Zanardi, da quel giorno ne ha vinte, eccome.

Prima di tutto contro se stesso, contro una disabilità forzata che gli ha limitato, giocoforza, la partecipazione alle corse. Già, limitato, non impedito del tutto. Dalle monoposto di F1 o di CART l’ha trasferita alle vetture del Superturismo. Troppo forte la passione per la velocità, che ancora oggi lo vedrà impegnato al Mugello con i Gt.

La storia sportiva di Zanardi è sempre stata così, senza soste. Fin dal momento della perdita delle gambe, egli ha mostrato una grande sensibilità verso il mondo dei disabili, partecipando a diverse manifestazioni. Ma allora, “perché non farne una carriera” avrà pensato? E quindi giù duro a lavorare sul proprio fisico per riuscir a partecipare alle categorie dell’handbike.

Difficile trasformare un corpo, per esigenze di guida, leggero ed esile che fosse in grado di rullare i pedali della bicicletta. Eppure, Zanardi è riuscito anche lì. Voglia di competere, piacere nel soffrire in allenamento, ma soprattutto l’amore per lo sport. Ed ecco la partecipazione alla maratona di New York nel 2007, conclusa con un ottimo quarto posto, e poi di seguito la maglia tricolore nei campionati italiani di ciclismo su strada nel 2010, e l’anno successivo l’argento nella prova a cronometro nel mondiale a Roskilde, in Danimarca. Un continuum progressivo.  

Alex Zanardi decide così di coronare un sogno: le Olimpiadi. A Londra nel 2012, si presenta l’occasione e con essa l’ambizione di vincere, naturalmente. E ci riesce. Tre medaglie d’oro. Il tetto olimpico è raggiunto. Zanardi potrebbe pure fermarsi a questo punto. Ha già realizzato qualcosa di incredibile, di straordinario. Ma è troppo forte la voglia di lottare per un altro obiettivo, e si sa «la vittoria più bella è sempre quella che deve arrivare», diceva Enzo Ferrari.

E allora, ancora giù a pedalare e ad allenarsi verso l’ennesima impresa, Rio de Janeiro. Il 15 settembre 2016, Zanardi riesce a conquistare l’ennesima medaglia, la seconda dell’edizione brasiliana, nella prova su strada. A distanza di diciotto anni dall’incidente di Lausitziring, che gli ha cambiato la vita, ma non la voglia di viverla a modo suo. Correndo con il sorriso verso nuovi traguardi.


 

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