La rivoluzione digitale al tempo di Renzi

Matteo Renzi aveva parlato nell’aprile 2016 durante l’Internet Day [1] di rivoluzione digitale in termini di un migliore utilizzo delle risorse, sostenendo che l’Italia volesse viverla e non subirla.

Si tratta di un’operazione da mettere in atto in un’ottica di Spending Review strategica. Tale termine non deve essere inteso come sinonimo di tagli bensì, come pocanzi affermato, migliore utilizzo delle risorse, più precisamente si può parlare di collocazione di queste, dalle aree più efficienti a quelle inefficienti, le quali necessitano indubbiamente di un intervento.

Parlare di rivoluzione digitale significa compiere passi avanti verso l’evoluzione, in modo tale da colmare divari con altri paesi europei, infatti il livello di utilizzo dei diversi servizi in rete in Italia è inferiore rispetto a quello che si riscontra all’interno dell’Unione Europea. A livello europeo si persegue la banda larga; mentre a livello nazionale la banda ultra larga. Mediante una digitalizzazione della burocrazia, per la quale era stato fissato il termine di settembre 2016, è possibile che si realizzi una semplificazione, in termini di sostituzione  della vecchia burocrazia, ed in particolare della documentazione cartacea, con la nuova più innovativa ma anche meno dispendiosa dal punto di vista economico. Quest’ultimo è e non sarà mai il solo aspetto rilevante, in quanto sono tre le azioni per una crescita digitale che vanno citate: il sistema pubblico di connettività e predisposizione Wi-Fi in tutti gli edifici pubblici; digital security per la Pubblica Amministrazione; la razionalizzazione del patrimonio ICT; il consolidamento data center e cloud computing ed il servizio pubblico d’identità digitale conosciuto con l’acronimo SPID [2].

Ricopre un ruolo fondamentale il nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale, il quale fissa delle regole per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Esso determina il passaggio da un’amministrazione tipica del ‘900, caratterizzata da file cartacei, all’amministrazione del XXI secolo che possiamo definire digitalizzata e sburocratizzata. Incrementare l’efficienza e l’efficacia della Pubblica Amministrazione si è reso necessario, in quanto cittadini ed imprese hanno manifestato l’esigenza di disporre di mezzi più rapidi e meno onerosi, facilitandone il dialogo. Inoltre nel caso in cui si verifichino eventi inaspettati, la Pubblica Amministrazione deve essere in grado di poter consentire il normale svolgimento delle operazioni e la fruizione dei servizi, si parla in questo caso di  disaster recovery.

La modernizzazione del sistema si è realizzato fondamentalmente in seguito all’approvazione della riforma Brunetta, ovvero D.lgs. n. 150 del 2009, e del nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale.

Di rilevante importanza è il lavoro svolto dalla Commissione Europea, la quale approvando il Piano Crescita Digitale ha reso possibile il perseguimento dell’obiettivo Agenda Digitale [3], sbloccando i fondi strutturali destinati da amministrazioni centrali e regioni. Il Piano Crescita Digitale 2014-2010 ha messo in evidenza il ritardo dell’Italia rispetto ai paesi europei.

Con questi interventi si è perseguita la via alla digitalizzazione dei servizi, riducendo le distanze tra Pubblica Amministrazione ed il cittadino, il quale potrà così avere un migliore accesso ai dati, garantendo la trasparenza introdotta dalla riforma Brunetta ed anche servizi pubblici. Bisogna precisare che la trasparenza si realizza arricchendo di migliori e nuovi contenuti i siti istituzionali. Verranno, così, efficientemente soddisfatte le richieste del cittadino-utente, secondo anche quanto stabilito dal principio di sussidiarietà di cui all’articolo 118 della Costituzione [4], con il quale si prevede che i bisogni degli utenti vengano soddisfatti dall’ente territorialmente più vicino ai cittadini. Tale innovazione è stata necessaria per innovare le aziende italiane, che non potevano più reggere il confronto con i sistemi informatici di altre aziende competitors mondiali.

Ad oggi molte pubbliche amministrazioni hanno manifestato la loro difficoltà nel rendere effettivo il passaggio dal vecchio al nuovo sistema, motivo per il quale è stato spostato il termine ultimo di adeguamento da parte delle Pubbliche Amministrazioni a dicembre di quest’anno.

Giusy Granà

[1] Per approfondimenti si veda: italianinternetday.it.

[2] Per approfondimenti si veda: http://www.agid.gov.it.

[3] Obiettivo Tematico 2 delle politiche di coesione a sostegno della crescita per il periodo 2014-2020. Per approfondimenti si veda: http://www.agendadigitale.eu.

[4] Mediante tale principio le competenze sono allocate a diversi livelli di governo, ed in questo caso si parla di sussidiarietà verticale; e tra pubbliche amministrazioni e privati nel caso di sussidiarietà orizzontale. Le competenze e le funzioni sono attribuite alle autorità territorialmente più vicine ai cittadini. Si prevede un intervento statale, di un livello quindi superiore, soltanto quando gli enti non sono in grado di adempiere ai propri compiti.