“Cuba, tatuare la storia”: l’arte contemporanea cubana a Palermo

La collaborazione tra il PAC di Milano e lo ZAC di Palermo renderà possibile la mostra che raccoglie le opere di trentuno artisti cubani contemporanei in occasione dell’evento “Cuba. Tatuare la storia”, stabile negli spazi espositivi dello Zisa Arti Contemporanee dal 7 Ottobre al 18 Dicembre. Un titolo “ingombrante” – recuperato da una citazione di Josè Lima – che vuole comunicare come la storia cubana abbia influenzato, tatuato gli eventi della storia contemporanea con le proprie vicissitudini, la propria ideologia.

Cuba è un luogo rimasto idealmente nel passato, e un luogo di resistenza politica nell’immaginario collettivo. E’ impossibile separare la storia politica dall’esperienza artistica che questo Paese ha sviluppato, soprattutto nell’ultimo cinquantennio mosso da spinte forti da una direzione e dall’altra, tra rinnovamento e tradizione, tra l’apertura agli Americani e il vecchio socialismo. Una realtà fatta di così tanti segmenti diversi che non si può non guardare al particolare di volta in volta, da un’interpretazione artistica all’altra.

E’ quello che tentano di mettere insieme, dopo una durissima selezione, i curatori dell’evento Diego Sileo e Giacomo Zaza, e nelle loro parole il riassunto del percorso che si stabilirà allo ZAC: “Ogni frammento segnala il cambiamento e il rinnovamento dei sistemi di realtà nel tessuto cubano. Tutti i frammenti scelti per la mostra, tra analisi antropologica e sociale, tra azione critica e speculazione riflessiva, tra intervento pubblico e documento etnografico, metteranno a setaccio le verità e le illusioni del mondo cubano, la sua insularità, facendo eco anche alle voci delle comunità cubane fuori dai confini. ” In questa prospettiva viene spontaneo il paragone con l’insularità e il carattere peculiare di un’altra isola: la Sicilia. Anche questa teatro di lotte secolari, battaglie intestine e luogo di resistenza a un potere più grande e più forte. Sono tante la analogie che si possono trovare, anche a partire dalla politica socialista, anche se derivata da tradizioni totalmente – e ovviamente – diverse nei due casi. Durante la conferenza stampa tenutasi il 5 Ottobre al Palazzo delle Aquile, l’Assessore alla cultura del Comune di Palermo Andrea Cusumano sottolinea come sia inevitabile il parallelismo tra L’Avana e Palermo perché “esiste un legame forte tra le due città, dato dai diversi elementi in comune, tra cui la dimensione sincretica del tessuto urbano e culturale delle due realtà; due capitali che si sono costituite nella loro storia attraverso l’intreccio e l’innesto di diverse culture che hanno dato vita a un’identità di mediazione tra dimensioni distanti”.

La collaborazione tra Palermo e Milano rappresenta “un esempio abbastanza unico tra due enti che hanno voluto portare avanti un’idea. Credo che questi episodi vadano valorizzati, perché si parla spesso di arte contemporanea come una rete, un circuito di tipo elitario che va un po’ verso la sua strada. Ma penso siamo riusciti a dimostrare che non è sempre così, grazie all’accordo tra due città apparentemente così diverse ma forse unite in determinate missioni” come ha dichiarato uno dei due curatori milanesi, Diego Sileo.

Il percorso espositivo di Cuba. Tatuare la storia si presenta come una rete emotiva dei diversi modi di sentire l’appartenenza alla terra. Il legame ancestrale, il rapporto conflittuale, la rottura di barriere, la ricostruzione dell’identità locale attraverso la memoria o la quotidianità – e come ricorda Habermas, “il ricordo è l’estinzione del debito verso il passato”. Diversi contributi andranno a costruire il catalogo cubano: oltre l’esposizione delle opere, all’inaugurazione (alle ore 18.30) avrà luogo la performance di Carlos Martiel legata a un tema politico – che non staremo qui a svelare per non manipolare la visione della performance – e dalla realizzazione estrema, così come è di consueto nel suo operato artistico.

Daniele Monteleone


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