God save the Pound

Da sempre la valuta inglese ha avuto un ruolo di primo piano nel sistema monetario internazionale: moneta di riferimento per tutti i paesi dell’Impero inglese, fu la prima moneta di riferimento internazionale (famosa è la riforma mussoliniana “quota 90”, per centrare il cambio di 90 Lire per un Pound), fino agli accordi di Bretton Woods del 1944, quando si preferì utilizzare il Dollaro americano come valuta di riferimento.

Oggi la moneta inglese è davanti ad una nuova sfida: quella di resistere al fenomeno della Brexit, evitando cali improvvisi e speculazioni che non reggerebbero la solidità di questa moneta. La Sterlina ha avuto negli ultimi mesi un brusco calo nel mercato valutario: ad oggi, nei mercati ufficiali è scambiata a 1,10 Euro e 1,22 Dollari per un Pound.
Questa situazione mette di fronte numerose possibilità, per il Regno Unito e per l’Unione Europea.

Dal fronte britannico, questo calo porterà un incremento nei costi di importazione dai paesi comunitari, anche in previsione di dazi che potrebbero essere inseriti nell’“affare Brexit”; tutto ciò era prevedibile, dal momento che la scelta di abbandonare la Comunità è un terreno ancora oggi inesplorato e la fragile economia europea rischia di non digerire al massimo una scelta simile, imponendo al Regno di Elisabetta dazi di import/export e accordi per regolare il traffico di merci e persone tra le due sponde della Manica.

Dal fronte europeo, invece, tutto ciò si rivela un’ottima chance di sviluppo, traducendosi in possibilità da parte dei cittadini europei di acquistare a minor costo, vendere con più utile e visitare le terre britanniche a minor costo.
Un terreno, quello della Brexit, ancora oscuro, che vedrà numerosi braccio di ferro tra le due parti per risolvere la questione al minor costo possibile, con un margine di vantaggio equo per entrambe le parti.

Di sicuro, una cosa è certa: la Brexit ad oggi è stata una sconfitta istituzionale per l’Europa e un nuovo tentativo da parte del Regno Unito di ritagliarsi nuovamente un ruolo tutto suo nello scenario internazionale. Perderanno entrambi in termini di credibilità, poiché è l’istituzione Europa che vede perdere pezzi e quindi minata la sua solidità, ma anche Downing Street, dal momento che oggi è fondamentale e preferibile una politica comunitaria comune, sacrificando anche un po’ di sovranità, cosa che il Regno Unito non ha mai permesso, dai tempi dello SME fino ad oggi.

Forse, vedere l’effige di Sua Maestà sulle banconote è stata più importante di una moneta unica.

Giuseppe Sollami