Mustafa Kemal Ataturk: padre della democrazia turca

L’attuale presidente turco Erdogan si paragona spesso al presidente Mustafa Kemal detto “Ataturk”, ossia “padre dei turchi”. In realtà la deriva autoritaria degli attuali governi turchi non ha nulla da condividere con ciò che fece il presidente Ataturk. Ma chi è l’uomo che trasformò l’Impero ottomano in repubblica laica e democratica?

Mustafa Kemal nacque a Salonicco il 19 maggio 1881, figlio di un’ufficiale dell’esercito turco. Nel 1899 entrò nella scuola di guerra di Istanbul per avviare la carriera militare coi gradi di ufficiale nell’esercito ottomano. Fu qui che il giovane Mustafa analizzò la debolezza e l’inesorabile declino dell’Impero turco.

Studiando la democrazia, la laicità statale e la modernità degli eserciti francesi e tedeschi capì che la Turchia aveva bisogno di un mutamento politico-istituzionale netto. Nel 1908 si iscrisse al movimento dei “Giovani Turchi” che volevano rivoluzionare e modernizzare l’Impero. Nel 1911 combattè in Tripolitania contro gli italiani durante la guerra libica dove venne ferito. Ma è durante la grande guerra che Ataturk si distinse con grande valore resistendo contro l’assalto inglese organizzato da Winston Churchill presso Gallipoli.

Kemal divenne “L’eroe dei Dardanelli” venendo nominato il 22 agosto 1915 “Pascià” e riscuotendo grande successo tra la popolazione. Sul fronte caucasico sconfisse i russi in varie battaglie riconquistando Mus e Bitlis. Sul finire della guerra venne inviato a combattere nuovamente contro gli inglesi. Qui, però, venne sconfitto  tra settembre ed ottobre del 1918 dall’esercito britannico presso la battaglia di Megiddo.

L’impero ottomano, in seguito a questa pesante sconfitta dovette chiedere l’armistizio. Nonostante la pace di Versailles nel 1919,  i nazionalisti turchi dovettero lottare contro la Grecia sino al 1922 per difendere i confini anatolici, e infine contro i fedeli del sultano Mehmet VI accusato da Ataturk di aver tradito la patria turca.

Finita la guerra civile e sconfitti i greci, si concluse una lunga fase della vita di Mustafa caratterizzata dal periodo militare. Kemal decise di rifondare lo Stato turco attuando un netto taglio col passato e avviando storiche riforme democratiche.

La Repubblica di Turchia nacque ufficialmente il 29 ottobre del 1923, con Ataturk eletto presidente ed a capo del Partito del Popolo. Le sue prime decisioni riguardarono l’istituzione di un sistema centralizzato di istruzione pubblica, la chiusura degli istituti scolastici religiosi, la chiusura dei tribunali religiosi e l’abolizione del divieto di consumare e vendere bevande alcoliche. L’Islam, però, rimase confessione di Stato, anche per non allarmare eccessivamente la forte componente religiosa della nazione.

Dal punto di vista economico, invece, egli lavorò per svecchiare le campagne e agevolare la nascita e lo sviluppo di una borghesia terriera imprenditoriale; vennero, inoltre, gettate le basi per un modello industriale di primo piano, ma senza investimenti stranieri. Di conseguenza, lo sviluppo economico mostrò molti segni di debolezza, complice la rinuncia a spese per opere pubbliche e indebitamenti. Ataturk proseguì l’opera di occidentalizzazione anche a cavallo tra gli anni Venti e gli anni Trenta, a dispetto dell’accentuarsi della situazione dittatoriale, dell’aumentare della sua influenza sull’esercito e della chiusura progressiva al multipartitismo. Infatti, il ritorno di altri partiti si manifesterà  soltanto nel 1946.

Dopo aver impedito di sfruttare la religione con scopi politici, diede il via a una campagna finalizzata a civilizzare i costumi e l’abbigliamento, approvando una legge che impedì di utilizzare il turbante, e vietando ai funzionari pubblici di portare la barba. Inoltre, introdusse  il calendario gregoriano, abolì l’obbligatorietà dell’insegnamento dell’arabo, sostituì con alfabeto a caratteri latini il vecchio alfabeto arabo e propose un codice penale basato sul codice Zanardelli, mantenendo però la pena di morte.

Mustafa comprese che la via del laicismo e dell’occidentalizzazione avrebbero mutato le istituzione turche. Infine promosse il suffragio universale estendendo il voto alle donne ed avviando una parziale emancipazione della figura femminile in Turchia, per i tempi una riforma rivoluzionaria per un paese arabo.

Ataturk morì il 10 novembre 1938 per cirrosi epatica presso Istanbul. Le sue spoglie riposano in un mausoleo appositamente creato Ankara, città e capitale fortemente modernizzata dal presidente. La figura del presidente turco è caratterizzata da luci ed ombre. Nonostante le grandi riforme, Ataturk venne accusato di eccessiva personalizzazione del potere e riduzione del pluralismo partitico.

Egli resta comunque il personaggio politico turco più importante del XX secolo, avendo dato alla Turchia solide base istituzionali e democratiche. Esse sono purtroppo pericolosamente messe in discussione dal presidente turco Erdogan che con i suoi ultimi governi sembra aver completamente dimenticato ciò che Ataturk ha lasciato in eredità. L’era del laicismo e della democrazia turca potrebbero essere spazzate via dalle autoritarie politiche di Erdogan, in grado di cancellare totalmente gli importanti traguardi democratici raggiunti già 95 anni fa.


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