Francesco Hayez: l’eredità del nostro passato

Di Valentino Billeci – La pittura ottocentesca è caratterizzata da numerose correnti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte. Delacroix, Dorè, Monet, Fredrich e Jacques Louis David sono solo alcuni dei numerosi grandi artisti del XIX secolo. Un pittore che ha avuto grande influenza per tutto il secolo “lungo”, ma sconosciuto al grande pubblico, è stato il veneziano Francesco Hayez.

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Autoritratto a 71 anni (1862)

Nato a Venezia il 10 febbraio 1791, Hayez è stato il più grande pittore romantico italiano, compiendo numerosissimi dipinti  sino alla vecchiaia. Fortemente ispirato dalla pittura di Raffello Sanzio, egli frequentò l’accademia di Venezia e, trasferendosi a Roma nel 1809, ebbe modo di conoscere il grande Antonio Canova che lo avvicinò allo studio della pittura rinascimentale e del classicismo romano.

Grande appassionato di storia e mitologia, Hayez creò quadri che raffigurano numerosi eventi storici. La riscoperta del medioevo (e non solo) grazie al romanticismo portò  i popoli d’Europa a cercare le origini dei nazionalismi. Il pittore colse l’importanza di raffigurare la storia per risvegliare la coscienza del popolo italiano. Hayez raccontò episodi storici della Repubblica Veneziana, che in quei tempi si trovava sotto il dominio austriaco. In particolare fu un grande sostenitore dell’indipendenza italiana.

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L’ultimo abboccamento di Jacopo Foscari (1852)

Hayez morì a Milano all’età di 91 anni il 21 dicembre 1882 lasciando al mondo dell’arte un patrimonio artistico di inestimabile valore. Tra i dipinti più celebri ricordiamo: “Il bacio”, “I vespri siciliani”, “I due foscari” e “ Ulisse alla corte di Alcinoo” solo per citarne alcuni. Inoltre, lungo la sua attività Hayez divenne molto celebre per i suoi ritratti fatti ad Alessandro Manzoni, il Conte di Cavour, Massimo d’Azeglio, Chopin e Gioacchino Rossini.

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Vespri Siciliani (1846)

Spiazzando dal neoclassicismo al romanticismo, egli poté mischiare varie tecniche nella pittura. L’utilizzo della luce e delle ombre, le scelte cromatiche e le pose dei personaggi donano grande realismo e vivacità ai quadri. Il pittore, infatti, andava nella direzione di un’efficace trasposizione del vero, che si manifestava soprattutto nei nudi femminili, che non di rado suscitarono scandalo. In questo filone si inscrive la “Venere che scherza con due colombe, impersonata dalla ballerina Carlotta Chaber.

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Venere che scherza con due colombe (1830)

L’occhio dell’osservatore non è mai stanco di analizzare ogni spazio dei dipinti per scorgere dettagli minuziosi e stupefacenti. I vestiti, i volti e le pennellate ispirate da Michelangelo Merisi raccontano storie antiche di secoli con un’attualità incredibile. Ecco che l’artista raggiunge  uno degli scopi della pittura romantica: connettere il passato col presente. Hayez ci ricorda di non dimenticare le nostre origini e di preservare le nostra preziosissima eredità culturale. La storia attraverso la pittura rappresenta  la consegna del nostro passato alle generazioni future.


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