La rivoluzione di Bergoglio

L’apertura al diaconato femminile da parte di sua santità papa Francesco rappresenta finalmente un punto di svolta storico all’interno della chiesa cattolica. Come già espresso da Bergoglio in passato, la figura della donna all’interno della cristianità ha sempre avuto un ruolo centrale. Si potrebbe valutare, in futuro, perfino un possibile inserimento della donna nel sacerdozio e nell’episcopato, ma verrà considerato solo col tempo.

Il papa arriva a questa decisione dopo aver già attuato significative riforme ed aperture: formazione di un direttorio con 8 cardinali, commissione di controllo sullo IOR per maggiore trasparenza, riforma del codice penale e abolizione dell’ergastolo, lotta alla pedofilia e alla corruzione, impegno per l’ambiente e gli animali (enciclica “Laudato sì”), impegno per i giovani e i disoccupati, apertura di un giubileo straordinario, dialogo con gli omosessuali e i divorziati ed infine analisi del ruolo della famiglia e del matrimonio (esortazione apostolica “Amoris Laetitia”). 

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(credit: Giuseppe Castiglione)

L’immagine di Bergoglio ha permesso il riavvicinamento di numerosi cattolici che avevano perso le speranze di vedere un recupero del messaggio originale di Gesù. Il suo atteggiamento umile e rispettoso ma allo stesso tempo energico e deciso ha permesso ai fedeli di rapportarsi col papa in maniera meno timorosa e più diretta. Confrontarsi con pari dignità con un altro uomo e non vederlo come “sacro” e intangibile ha permesso al papa di esprimersi alle masse più facilmente senza barriere ed ostacoli. Il vero successo di Bergoglio risiede nella comunicazione. Egli è il papa, verissimo, ma è un uomo, così come lo fu Gesù. Questo è il punto su cui deve pressare ancor di più il Santo Padre. La sua agenda delle riforme da concretizzare è ancora vasta. Grazie al fortissimo consenso popolare, al rispetto internazionale e al suo carisma, Bergoglio può veramente preparare una rivoluzione. Le aspettative attorno a lui sono tante. Sarebbe davvero un peccato non concretizzare opere più coraggiose e spirituali. Attenzione, ciò che è stato fatto finora è importantissimo… ma purtroppo non basta. Riformare quasi 2000 anni di dottrina cattolica non è semplice. Per attuare un forte cambio dottrinale Papa Francesco deve rapportarsi con numerosi ostacoli ed oppositori: i primi sono all’interno della Santa Sede e del Vaticano, i secondi sono parte dei fedeli, il terzo ostacolo è la figura del papa stesso. Molti cardinali e uomini delle istituzioni ecclesiastiche non vedono di buon occhio il percorso intrapreso dal papa, sia per conservatorismo religioso sia perché temono di perdere le proprie posizioni all’interno dei vertici del Vaticano. Infine lo IOR è un potere parallelo al papa che rallenta il suo operato e continua a rappresentare l’emblema del mistero bancario nonostante i tentativi di riforma di Bergoglio. I secondi oppositori sono i fedeli, sia gli integralisti cattolici che i riformisti. Gli integralisti però fingono di essere conservatori perché nel profondo del loro cuore sono consapevoli che il messaggio di Gesù è stato tradito e non applicato dalla chiesa cattolica. Essi, a causa del timore di essere giudicati, preferiscono ancorarsi alla dottrina e fingere di essere la “vera” parte cristiana dei fedeli. I riformisti sono i più indecisi poiché vorrebbero il cambiamento ma non vogliono entrare in contrasto col resto dei fedeli e con gli ecclesiastici. Sono purtroppo la confusione e l’ipocrisia a creare discordia tra i cattolici. Infine il terzo ed ultimo ostacolo è l’immagine stessa del papa che Bergoglio sta provando a cambiare. Papa Francesco vorrebbe fare di più ma è schiacciato dalla sua figura storica che gli impedisce di prendere decisioni dottrinali nette. La sua posizione è molto complessa, in bilico tra riforma e conservazione. Non è ben chiaro quanto il papa voglia davvero attuare il cambiamento, ma egli deve rischiare con ancor più coraggio. Bergoglio è il capo della chiesa cattolica, è lui che deve guidare i fedeli. Non deve aver timore d’imporsi e , se necessario, deve applicare il “dogma d’infallibilità papale” come estrema ratio per recuperare il vero messaggio di Cristo. Sarebbe un gesto autoritario ma necessario che scavalcherebbe tutte le gerarchie della Santa Sede. Papa Francesco si consulta spesso con i cardinali e purtroppo ripone spesso troppa fiducia in essi. Deve essere più accorto e cautelarsi anche dai suoi alleati e dai Giuda all’interno della chiesa. Così come Gesù rovesciò per terra i banchi nel tempio di Salomone, altrettanto deve fare Bergoglio non avendo paura di imporsi e concludendo il suo operato. Non verrà approfondito in questa sede l’ambito dottrinale ma è fondamentale recuperare l’originale messaggio che Gesù ci ha lasciato: rispetto e amore. Riportare gli insegnamenti basilari del cristianesimo nella società odierna è un passaggio cruciale per il futuro di tutti i cattolici… riuscirà il Santo Padre in questa complessa opera? Di chi può veramente fidarsi?

Valentino Billeci


 

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