Dirottamento EgyptAir: cosa è successo realmente?

Dopo i tragici fatti di Bruxelles e Lahore, alle 6:40 di martedì mattina (ora del Cairo) il mondo è ripiombato nella paura e nel terrore. Il volo 161 dell’EgyptAir, partito dall’aeroporto Borg el Arab di Alessandria d’Egitto, con destinazione finale Cairo, è stato sequestrato da un uomo con giubbotto esplosivo.

Il dirottatore, una volta preso possesso del velivolo, un piccolo Airbus A320, con a bordo cinquantasei passeggeri e otto membri dell’equipaggio, ha costretto gli ufficiali di bordo a virare verso l’isola di Cipro e messosi in contatto con le autorità cipriote gli è stato consentito l’atterraggio presso l’aeroporto internazionale di Larnaca, già protagonista nell’ottobre 1977 di un altro dirottamento, il volo Lufthansa 181.

Sia l’Egitto che Cipro hanno attuato fin da subito le contromisure per un possibile attacco terroristico. L’autorità aeroportuale di Larnaca ha chiuso lo scalo ed il perimetro aereo, riaprendolo solo a pomeriggio inoltrato, al Cairo i voli intercontinentali verso gli Stati Uniti sono stati sospesi per tutta la durata della crisi.

Con i recenti drammatici fatti di Bruxelles e di Lahore il primo pensiero è stato quello di un attacco terroristico in corso, proprio come era prassi negli anni ’70, quando nel pieno della Guerra Fredda e della cosiddetta “strategia della Tensione” gruppi paramilitari come Settembre Nero o la Rote Armee Fraktione erano impegnati nel sequestro e nei dirottamenti aerei, o ancora come Al-Qaeda con gli aerei della United Airlines e dell’American l’11 settembre 2001. Ma fin dai primi istanti sulla pista di Larnaca, agli occhi degli inquirenti la prassi si è dimostrata di gran lunga diversa dai “parametri” utilizzati da un gruppo terroristico.

I passeggeri – di cui alcuni stranieri, tra cui un italiano – sono stati fatti scendere a gruppi dal velivolo e condotti all’interno dell’aerostazione.

Il presunto attentatore, un ex ufficiale dell’esercito di nome Seif Eldin Mustafa invece si è calato dal finestrino della cabina di comando dell’Airbus ed è stato arrestato immediatamente. Secondo i media egiziani e ciprioti, il motivo di tale gesto non aveva alcun fine di matrice criminale o terrorista, bensì amoroso. Sulla pista dell’aeroporto di Larnaca infatti è stato ritrovato un bigliettino scritto in arabo che il dirottatore avrebbe dedicato alla moglie di origini cipriote.

Pur non avendo causato nessun danno fisico o materiale, ai passeggeri o all’aeromobile – col presunto giubbotto carico di esplosivo – ma solo tanta paura, oltre che lo spazio tra i titoli della giornata dei notiziari mondiali, ciò che porta a riflettere è come – nel clima di tensione globale – le autorità di un aeroporto strategico come quello di Alessandria d’Egitto, e soprattutto in seguito al tragico attentato del volo Metrojet 9268 dell’ottobre 2015 abbattuto da una bomba sul Sinai, siano state così superficiali nei controlli alla sala partenze.

Emanuele Pipitone


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