I due volti dello zar

Il ruolo esercitato nello scacchiere internazionale da parte della Russia sembra essere ritornato ai tempi della guerra fredda. Dallo scioglimento dell’URSS nel 1990, sembrava che nessuno sarebbe stato in grado di contrastare l’iperpotenza solitaria americana. Invece, dopo le dimissioni di Boris  El’cin nel 1999, entrò al Cremlino un uomo che sta facendo risorgere dalle ceneri la Santa Madre Russia: Vladmir Putin. Il capo di Stato russo è stato definito da Forbes “l’uomo più potente del mondo”. Ma chi è il nuovo Zar che sta ridicolizzando l’inesistente politica estera dell’occidente negli ultimi 8 anni?

Nato a Leningrado il 7 ottobre 1952, Vladimir Putin racconta di essere cresciuto “per strada” nella sua autobiografia. Il padre era stato sommergibilista durante la seconda  guerra mondiale e la madre era operaia in fabbrica. Laueratosi in relazioni internazionali presso l’università di Leningrado nel 1975, Putin diventò membro del partito comunista, tenente colonnello del KGB, operatore della STASI (servizi segreti esteri in Germania dell’est) a Dresda e capo del FSB (odierno servizio segreto russo) dal 1999 al 2000 sotto la presidenza El’cin. 

Dopo la nomina a capo di Stato nel 1999 ha ricostruito pian piano il ruolo economico e commerciale nel mondo della Russia. In contrasto con le politiche liberali di El’cin, Putin appartiene alla vecchia nomenklatura del partito comunista (e del KGB) e nonostante l’aumento di esportazioni ed importazioni commerciali sotto i suoi mandati, tende sempre a muoversi in maniera cauta in politica economica interna.

In politica estera si oppose alla guerra americana in Iraq del 2003, avviò numerose operazioni contro i terroristi ceceni, portò al ritiro dell’esercito georgiano dall’ Ossezia del sud nel 2008 ed invase ed incorporò la Crimea nella federazione russa nel 2014. Recentemente Putin sta difendendo Assad in Siria, combattendo contro il DAESH e gli oppositori del presidente siriano. Sicuramente Putin è all’apice del suo potere e sembra che nessuno riesca a contrastarlo. Gli Stati Uniti intanto restano immobili ed incapaci di agire nello scacchiere mediorientale (o almeno in via formale). Avendo posto il veto presso il Consiglio di sicurezza dell’ONU per difendere Assad, la Russia è ritornata ad imporsi energicamente nelle relazioni internazionali, mettendo in secondo piano UE ed USA.

Da più fronti Putin è visto come il “salvatore della pace”, colui che combatte il male. Ma attenzione: idolatrare qualcuno senza valutare entrambi i lati della medaglia porta a conclusioni affrettate e sbagliate. Il riarmo russo quinquennale ordinato negli ultimi anni (fonte SIPRI), e che sta continuando, non porta sicuramente serenità tra i Paesi occidentali che stanno accelerando con gli Americani la progettazione dello scudo missilistico SDI (Strategic  Defense Intiative).

Lo Zar Vladmir ha illegalmente annesso la Crimea con una gravissima violazione del diritto internazionale in materia d’integrità territoriale, organizzando un referendum farsa. In Europa un fatto di tale gravità non si vedeva dal 1938 con l’annessione dell’Austria da parte dei nazisti.

Putin ha modificato la costituzione russa nel 2008 per mantenere gli stessi poteri anche da primo ministro mettendo il suo delfino Medvedev come capo di Stato. Impossibilitato ad un terzo mandato, ha ri-modificato la costituzione nel 2012, vinto le elezioni (in maniera quantomeno sospetta) e ha ampliato il suo mandato a 6 anni. Numerosi oppositori interni hanno accusato Putin di esercitare un potere autoritario e molti di essi sono sotto processo o sono “misteriosamente” morti. Anna Politkovskaia  di Novaia Gazeta, sempre pronta a denunciare la deriva autoritaria del governo di Putin ed i tanti abusi commessi dalle forze russe in Cecenia, è stata freddata a colpi di pistola il 7 ottobre del 2006 nell’ascensore dell’edificio di Mosca in cui abitava; a distanza di quasi nove anni non è ancora stata fatta piena luce sul delitto.

Boris Nemtsov leader dell’opposizione in Russia, è stato ucciso vicino la piazza rossa il 27 febbraio 2015 da alcuni sicari, dopo aver annunciato di temere per la propria vita. L’agente segreto russo Litvinenko è stato avvelenato col polonio ed aveva accusato Putin come mandante degli assassini. E la lista purtroppo non finisce qui. La continuità politica è importante ma lo sono anche la democrazia ed il rispetto dei diritti civili e politici.

In Siria Putin sta contrastando i terroristi, ma è anche vero che sta bombardando indiscriminatamente qualsiasi oppositore di Assad. Probabilmente la svalutazione del rublo, le sanzioni internazionali per la questione della Crimea (che stanno danneggiando commercialmente anche gli Stati europei), la progettazione dello SDI, l’abbassamento del prezzo del petrolio, l’allargamento a est dell’UE e della Nato ed i forti interessi in Medio-Oriente stanno portando Putin a difendersi. È comprensibile, nessuno può negare l’importanza geopolitica e strategica della Russia nello scacchiere internazionale.

Non dobbiamo però chiudere un occhio di fronte alle ripetute violazioni dei diritti umani e della democrazia solo per sostenere uno Zar che sta esercitando un potere molto pericoloso. Una critica che va mossa non solo alla Russia ma a qualsiasi governo di “conquistatori”. Questa è una regola che vale anche per gli imperialisti americani, che agiscono in maniera ancor più subdola e nascosta. La venerazione e l’idolatria di una personalità deve comunque confrontarsi con la realtà. Comprendere ciò significa guardare tutti e due i volti della verità, nel bene e nel male.


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