Peter De Vito e il suo Normal che mette in discussione la bellezza odierna

Di Sara Sucato – Chi o cosa è normale? In base alla definizione fornita dal dizionario Treccani, possiamo considerare normale «ciò che segue la norma, conforme alla norma, quindi consueto, ordinario, regolare». Il consueto, l’ordinario ci fanno sentire al sicuro, nonostante le regole che li definiscono siano imposte da forze difficilmente imbrigliabili in schemi precisi. Ecco, quindi, che ci ritroviamo con indicazioni da seguire senza peraltro sentirle nostre, senza condividerle pienamente. Tuttavia, sappiamo bene che queste norme condizionano ogni aspetto della vita della comunità e il mancato asservimento del singolo comporta l’esclusione dal contesto sociale.

Sono regole che condizionano il modo in cui ci si rapporta agli altri, si parla, ci si comporta, si mangia, perfino. Possono guidare le scelte dell’essere umano acquisendo la capacità di controllarlo e renderlo infelice. Razionalmente, perché un essere capace di discernimento, dovrebbe sottoporsi a questa tortura? All’ansia di non poter essere piename05nte sé stesso? Forse per poter vivere in pace con gli altri, per concedersi la possibilità di essere felice.

A questo circolo vizioso, il fotografo statunitense Peter De Vito ha voluto mettere un punto utilizzando uno dei mezzi che in modo più invasivo vincolano il nostro vissuto: i social network.   

Peter De Vito è cittadino americano, ha appena ventuno anni e frequenta il Fashion Institute of Technology di New York. Ha una travolgente passione per l’arte, il disegno e la fotografia, prediligendo un format che è ormai diventato il suo marchio di fabbrica: il ritratto.

Studia i volti, ne coglie la forza, l’espressività e le trasmette al suo pubblico non solo per suscitare ammirazione fine a sé stessa, ma per far riflettere. I modelli prediletti dall’artista hanno molteplici differenze, ma una sola caratteristica comune: non sono normali, almeno non nel senso condiviso dalla maggioranza. I loro visi e i loro corpi presentano forme diverse di acne, vitiligine, tumori benigni della pelle (volgarmente “voglie”), alopecia, albinismo, smagliature.

Cosiddetti inestetismi che poco si addicono, nel sentire comune, all’esposizione mediatica dei modelli e delle modelle. L’obiettivo del progetto Normal è quello di trasmettere un messaggio chiaro e inequivocabile: siamo tutti esseri umani, nessuno è perfetto, nessuno può rispecchiare il canone della normalità, poiché irreale e non costruito a misura d’uomo, ma piuttosto in un’ottica devota al consumismo, nessuno può essere definito sulla base del proprio aspetto fisico.

Per questo, il fotografo non si limita a ritrarre inestetismi fisici, ma porta alla luce disagi emotivi che attanagliano l’animo umano: le donne devono essere femminili e gli uomini virili, i maschi non piangono, gli omosessuali sono in una fase di sperimentazione nella loro vita, gli asiatici sono tutti uguali. Stereotipi all’apparenza innocui che, in realtà, non permettono di esprimere pienamente ciò che si è.  5235

Al di là dei modelli e delle modelle, De Vito vuole vedere gli esseri umani, i loro turbamenti, vuole essere d’aiuto a chi vive gli stessi disagi. Vuole andare oltre, paradossalmente, con uno strumento che permette di osservare solo la superficie degli eventi, cioè la macchina fotografica. A questo scopo, una parte importante nei lavori che realizza viene occupata dalle parole: i pensieri di chi viene ritratto, le parole che sono state usate per ferirli.

Queste ultime hanno un ruolo di primo piano nel progetto More Than A Trend, letteralmente “più di una moda”. A cosa si riferisce, di preciso? A quei movimenti sociali, definiti trends, come il body positivity, la promozione della diversità, della libertà sessuale, al fatto che non siano solo mode temporanee, ma correnti che da sempre esistono e stanno acquisendo forza nel mondo contemporaneo grazie ad una serie di contingenze più o meno fortuite. «Un trend è una dichiarazione che ha vita breve», sostiene De Vito «e queste cose [gender, sessualità, body positivity, n.d.r.] sono una parte importante nella vita delle persone».

Gli hashtags sono simboli di qualsiasi trend, per questo ogni foto è accompagnata da un video del singolo modello che rimuove gli adesivi con l’hashtag dal proprio viso. Inoltre, in merito al body positive, De Vito dice «puoi essere positivo in merito al tuo corpo che tu sia alto, basso, magro o in sovrappeso. Il body positive è qualcosa che riguarda l’accettarsi per ciò che si è, il comprendere che paragonarsi agli altri è inutile e può risultare distruttivo».

Un grande insegnamento da un ragazzo di appena ventuno anni. Recentemente, inoltre, il fotografo ha dichiarato di essere felice di vivere in una città così aperta come New York, poiché le persone sono più inclini a mettere da parte giudizi e pregiudizi per concedersi il privilegio di essere liberi. Parole forti. Scelte altrettanto forti e decisamente non convenzionali, anche per un mondo in rapida evoluzione in cui sta diventando sempre più difficile definire cosa sia convenzionale. Eppure, con più di centomila followers su Instagram, con migliaia di commenti di supporto e solidarietà ai soggetti ritratti, ci fa capire che forse i tempi sono maturi perché cambi il nostro modo di vivere e intendere la bellezza.