Palermo si Manifesta

Di Soraja Fiotti – “Il giardino Planetario. Coltivare l’esistenza” è il titolo della dodicesima edizione della biennale itinerante Manifesta, che quest’anno si terrà a Palermo dal 16 Giugno al 4 Novembre. Si tratta della seconda edizione italiana, dopo quella del Trentino del 2008 alla quale parteciparono 230 personalità fra artisti, architetti, scrittori e addetti ai lavori da tutto il mondo, totalizzando più di 100mila visitatori in poco più di cento giorni di apertura.

Manifesta è stata fondata ad Amsterdam nei primi anni Novanta, sul finire della Guerra Fredda, in un contesto di cambiamenti profondi in ambito politico, sociale e culturale. L’intenzione è da sempre stata quella di favorire le condizioni per l’integrazione sociale in Europa. Il carattere nomade della biennale ha permesso di creare una piattaforma condivisa di arte visiva e sincretismo culturale, un dialogo costante fra gli artisti provenienti da tutto il mondo e le diverse città ospitanti.

Temi e luoghi. Il concetto di “coesistenza” è il fulcro di questa edizione. ‹‹Il progetto espositivo esplorerà il tema del giardino per la sua capacità di aggregare le differenze e generare vita da tutti i movimenti e flussi migratori››, spiegano i curatori. Non a caso la scelta del comitato di Manifesta è ricaduta su Palermo, una città multiculturale per origine, ma anche centro geografico fra tre continenti e centro nevralgico di alcuni dei fenomeni contemporanei più rilevanti che riguardano sia la sfera ambientale, sia quella sociale.

Il tema di Manifesta 12 prende spunto da due suggestioni. La prima, che dà il titolo a questa edizione della biennale, deriva dalla teoria elaborata nel 1997 dal botanico Gilles Clément che ha definito il mondo come “un giardino planetario”. Un “pianeta-giardino”, quindi, dove l’umanità è consapevole che la propria esistenza è imprescindibile dalla presenza di altre specie. Per Clément, infatti, gli esseri umani (definiti “giardinieri”) non hanno il dovere di prendersi cura del giardino, ma di rendersi conto che la coesistenza e la responsabilità reciproca sono le uniche vie per sopravvivere in un contesto di cambiamenti climatici, temporali e sociali.

La seconda suggestione è un dipinto di Francesco Lo Jacono, Veduta di Palermo, realizzato nel 1875. La varietà delle specie botaniche presenti nella tela, molte non indigene, sottolinea come Palermo sia sempre stata una città caratterizzata dalle differenze e dalle contaminazioni.

“Il Giardino Planetario” ospiterà quattro sezioni, ognuna interprete degli argomenti chiave di questa edizione.

Garden on Flows, che si svolgerà all’interno dell’Orto Botanico, si concentra sui temi della tossicità, della vita delle piante e del giardino come luogo di produzione e riproduzione della vita attraverso il movimento e la migrazione.

Out of Control Room, le cui sedi principali sono Palazzo Ajutamicristo e Palazzo Forcella De Seta, indaga le dinamiche del potere contemporaneo che agisce in una rete invisibile di pressioni sempre più complesse. Il progetto ha l’obiettivo di rendere l’invisibile visibile, l’astratto tangibile, in modo da diventare oggetto di analisi e discussione sui futuri possibili.

City on Stage è la sezione dedicata ai lavori in dialogo diretto con la città di Palermo. Un dialogo che comprende diversi progetti che mirano a creare una rete di collaborazioni con le periferie della città. Fra questi, ad esempio, il Giardino Urbano nel quartiere ZEN, ideato dallo stesso Clément in collaborazione con lo studio di progettazione multidisciplinare Coloco.

Teatro Garibaldi, infine, non è una vera è propria sezione della fiera, ma ne rappresenta il quartier generale. Riaperto al pubblico nel Luglio del 2017, con il programma culturale preliminare “Aspettando Manifesta”, ospiterà una biblioteca d’arte, una caffetteria e un programma di attività che include visite guidate gratuite, laboratori, proiezioni di film, cene sociali con il programma “Manifesta 12 Cook & Talk”, incontri con gli artisti “Manifesta 12 Meet Up” e diverse collaborazioni con festival e organizzazioni locali.

‹‹L’organizzazione tematica e geografica di Manifesta 12››, sottolineano i Creative Mediator della biennale, ‹‹si intreccia, generando un viaggio attraverso la città, come una sezione attraverso la sua anatomia: dalle aree degradate del centro storico, fino all’utopia fallita della periferia; dalla gloriosa storia dei suoi giardini alla sua costa negletta e tossica››.

Gli eventi collaterali. Per la prima volta dalla sua nascita, gli eventi collaterali di Manifesta sono divisi in due parti. Da un lato il classico programma rivolto a istituzioni pubbliche e private, organizzazioni non-profit, e professionisti di Palermo, di Sicilia, d’Italia e di tutto il mondo impegnati nella realizzazione di progetti extra biennale. Dall’altro il nuovo programma 5x5x5, la vera novità del programma di eventi collaterali di Manifesta. L’obiettivo dei 5x5x5 è quello di promuovere attivamente lo scambio culturale tra i professionisti locali e il network internazionale di Manifesta, con la speranza che inizi una collaborazione proficua e duratura. Una possibile eredità concreta per la città di Palermo. In totale sono più di 630 i progetti presentati per il programma degli eventi collaterali di Manifesta 12 e sono 62 quelli selezionati per questa edizione.

Gli artisti e i progetti. Al momento, sono solo dieci i nomi noti degli artisti presenti a Manifesta 12. Fra questi, oltre al già citato Gilles Clément, con il suo Giardino Urbano nel quartiere ZEN, Maria Theresa Alvez con un progetto intitolato Una proposta di Sincretismo (questa volta senza genocidio), un’installazione che cerca di rendere visibile la complessità dell’interazione fra diverse culture;  Jelili Atiku con Festival of the Earth, una performance ispirata al Festino di Santa Rosalia, ma con la commistione di storie tradizionali Youruba; i Cooking  sections, un collettivo londinese, ha realizzato What is above is what is below, un progetto che si articola in installazioni e pranzi al sacco; Uriel Orlow con una video installazione dal titolo Wishing Trees, tre alberi diventano custodi di ricordi e di avvenimenti della storia contemporanea siciliana, ma sono anche simbolo di speranze e desideri; Kahalil Rabah, partendo dal suo interesse per i mercati della città, ha creato un nuovo mercato nel quale si incontrano oggetti provenienti da luoghi lontani fra loro per creare un nuovo senso di collettività.

Fra questi artisti, due nomi italiani: la campana Marinella Senatore, che il 16 giugno proporrà una processione urbana, un movimento collettivo in danza per le strade del centro storico di Palermo, e da Giorgio Vasta, scrittore e sceneggiatore palermitano, con il progetto City Scripts. Realizzato in collaborazione con Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, il progetto si compone di cinque micro-narrazioni su Palermo che mescolano il wordscape con il soundscape, il paesaggio di parole con il paesaggio sonoro.

Sono ancora molti i dettagli da svelare, ma le aspettative sono alte. È un’occasione imperdibile per una città come Palermo, quest’anno Capitale della Cultura, che sta cercando di rilanciare la propria immagine nel panorama artistico e culturale nazionale e internazionale.


Link utili:

“Manifesta” svela il programma: ecco luoghi e protagonisti dei primi giorni, Repubblica

Il sito di Manifesta

5 commenti

I commenti sono chiusi